TENNIS – Di Piero Vassallo
Lo spiacevole episodio che ha coinvolto Simona Halep, minacciata di morte da uno stalker, non è il primo nel mondo del tennis: casi simili si fanno sempre più frequenti e la paura è quella di assistere a un nuovo caso-Seles.
Ciò che accadde il 30 aprile di 22 anni fa è ormai noto ad appassionati e non: quel pomeriggio di follia in cui Gunther Parche aggredì Monica Seles sul centrale di Amburgo, ferendola con una coltellata che, fortunatamente, non le procurò gravi danni fisici ma che le causò uno shock tale da dover dire basta con il tennis per i successivi due anni. Da allora si è deciso di correre ai ripari, rinforzando le misure di sicurezza per evitare episodi simili, ma allo stesso tempo lo sviluppo dei social network ha portato a galla un nuovo problema: le tante minacce verbali, spesso estreme, ai tennisti da parte di fanatici e non solo.
L’ultimo caso, in ordine di tempo, riguarda la rumena Simona Halep, impegnata nel torneo di Stoccarda: la numero 3 del mondo è stata minacciata di morte sul suo profilo Twitter da uno stalker danese, tale Jesper Andreassen. L’entourage della giocatrice ha subito segnalato il fatto alla Polizia danese, ma poche ore dopo lo stesso Andreassen ha provveduto a scusarsi attraverso Facebook, forse spaventato dalla reazione dei tifosi della tennista rumena che lo hanno bersagliato di messaggi intimidatori.
Pochi giorni fa invece era toccato all’indiana Sania Mirza, nuova numero 1 nel doppio, fare i conti con inquietanti messaggi a causa dei quali è al momento sotto la protezione della polizia. Le minacce di morte sono arrivate da un gruppo fondamentalista islamico, che accusavano la giocatrice indiana di aver indossato una gonna troppo corta. Già nel 2005 la Mirza era stata accusata di indossare divise troppo scoperte e dunque di “corrompere con una cattiva influenza” le connazionali più giovani. Una situazione complicata dunque, che non permette alla neo campionessa di Indian Wells di poter vivere felicemente un bel momento della carriera.
E ancora il caso di Petra Kvitova, minacciata a causa della sua decisione di trasferirsi nel Principato di Monaco: un’intimidazione così seria da portare all’arresto dell’uomo autore del gesto. C’è poi chi a causa dei messaggi minatori ha deciso di mollare tutto: è il caso della canadese Rebecca Marino, vittima di Cyberbullismo su Twitter da parte di scommettitori furiosi che arrivarono a minacciarla di violenza fisica. Proprio il gioco d’azzardo è uno dei motori che portano a questi spiacevoli episodi, come dimostra il fresco esempio di Dusan Lajovic. Il serbo è stato battuto a San Paolo dall’azzurro Luca Vanni, un risultato che ha sorpreso anche i bookmakers e ha fatto infuriare tutti coloro che avevano scommesso sul giocatore slavo: le pagine social di Lajovic sono state invase da messaggi minatori molto pesanti, che il serbo ha preferito non commentare.
Donne e uomini, tennisti noti e meno noti: un fenomeno che non risparmia nessuno, nemmeno Roger Federer. Tre anni fa lo svizzero fu minacciato di morte da un mitomane firmatosi “Blue Cat”, il quale pubblicò su un sito sportivo cinese una macabra immagine dello svizzero con la testa tagliata, accompagnata dalla frase “ucciderò Roger Federer”. Il tutto a pochi giorni dal torneo di Shanghai, a cui l’elvetico prese parte marcato ben stretto dalla sicurezza, sia in allenamento che in partita: misure più che necessarie per scongiurare un nuovo 30 aprile 1993.
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