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La IMG rompe con Miami. Il "quinto slam" saluta in anticipo la Florida?

TENNIS – MIAMI. Di Diego Bonomo – «Senza alcun intervento, non credo che l’evento possa rimanere a lungo a Miami». Le parole del vicepresidente esecutivo di IMG, Adam Barrett, non lasciano spazio ad interpretazioni. Quello che è stato da molti considerato il quinto slam potrebbe traslocare dalla Florida ben prima della scadenza del contratto prevista nel 2023.

L’impianto di Crandon Park necessita di un’urgente opera di ammodernamento e di ampliamento ma l’area su cui sorge ha creato diversi problemi burocratici ed il progetto, già pronto ed interamente finanziato, è ancora bloccato. L’isolotto di Key Biscayne è soggetto a vincoli paesaggistici e gli ex proprietari del terreno, i Matheson, hanno ancora, tramite un comitato di quattro persone, diritto di veto su qualsiasi opera venga realizzata nella location. Ne è scaturito un botta e risposta di azioni legali tra la IMG, proprietaria del torneo, ed i Matheson per violazioni reciproche e, di fatto, la soluzione della questione è piuttosto lontana. Ecco perchè la IMG sta prendendo in seria considerazione l’idea di abbandonare la Florida, una grave perdita anche per gli abitanti della zona, dato che il torneo genera circa 400 milioni di dollari di indotto per i locali.

C’è chi, come il giornalista statunitense Ed McGrogan, ha suggerito un passaggio dal cemento alla terra verde, per ridare appeal al torneo rendendolo l’inizio della stagione sulla terra, ma di fatto questo ragionamento non risolve i problemi degli interventi da effettuare sugli impianti, che, a detta anche degli stessi tennisti, sono in pessime condizioni.

A peggiorare la situazione di Miami agli occhi della IMG è anche il continuo confronto con l’altro 1000 di Indian Wells che invece va gonfie vele ed ormai ha scavalcato di gran lunga il torneo della Florida negli indici di gradimento. Insomma, Miami sembra non essere più un buon investimento per la società che si occupa di management e media nel mondo dello sport. Anche perché molti nuovi stati rampanti e con moneta alla mano sono alla porta pronti ad accaparrarsi un nuovo eventuale torneo. Ci sono senza dubbio le tigri asiatiche. La IMG gestisce già il Chennai Open in India ma non possiede ad esempio tornei in Cina dove il mercato è fiorente e dove c’è una certa disponibilità economica per investimenti in eventi di questo genere. Ne è una prova il master di Shangai che è diventato 1000 nel 2009 e si è subito imposto come uno dei migliori del circuito. Sempre in Cina c’è il torneo di Pechino, un 500 che ha avuto sempre un ottimo tabellone e ha visto trionfare cinque volte Novak Djokovic.

L’alternativa al mercato asiatico, anche per una maggiore vicinanza a Miami, è il sud America. Il Brasile e l’Argentina potrebbero essere due soluzioni adatte anche per la mancanza di veri e propri tornei di caratura internazionale. Sia San Paolo che Buenos Aires sono solamente Atp 250, mentre il più quotato rimarrebbe Rio De Janeiro che è già un 500, anche se viene disputato solamente dal 2014. Se andasse a sostituire Miami in calendario, Rio potrebbe essere la soluzione ideale anche per altri tre motivi: primo, perché tutto sommato non si trova dall’altra parte del mondo rispetto ad Indian Wells che lo precede ed è comunque un paese in crescita dal punto di vista economico (non è un caso che il main sponsor del Miami Open 2015 è stata una banca brasiliana, la Itaú); secondo, perché giocandosi sulla terra battuta sarebbe un anticipo dell’apertura della stagione europea del rosso e vedrebbe grande partecipazione, al contrario di quello che è avvenuto a Miami dove, ad esempio, Roger Federer non ha preso parte per iniziare la preparazione sul rosso in Europa; terzo, perché non ha bisogno di strutture nuove dato che nel 2016 ci ospiterà le olimpiadi e gode già di impianti di alto livello.

Un’altra opzione, probabilmente anche più complessa da attuare, sarebbe quella di proporre un nuovo torneo in erba allungando quindi di una settimana la stagione di preparazione a Wimbledon, per la gioia degli specialisti e di molti fan. Si tratta chiaramente di ipotesi suggestive, ma con tutti quei milioni di dollari in ballo, veramente una città come Miami si lascerà sfuggire un evento di questo calibro? Alla IMG non mancano certo le alternative: Miami o no, lo show del tennis deve continuare.

 

Redazione

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