TENNIS – PRAGA – di Samuele Delpozzi
La sfida tra stelline del 1997 Ana Konjuh e Belinda Bencic, svoltasi nel freddo umido di Praga, è di quelle da ricordare: la croata, proveniente dalle qualificazioni, ha chiuso solamente al decimo match point utile e dopo averne annullati tre, 7-5 6-7 7-6 in quasi tre ore di battaglia.
La Konjuh sembrava avviata ad una vittoria piuttosto agevole, avanti 7-5 5-3 e servizio, ma il dramma era appena dietro l’angolo: raggiunta sul 6-6, la tennista di Dubrovnik ha sprecato l’incredibile vantaggio di 6-0 nel tie-break, finendo per perdere otto punti consecutivi ed il set, con la complicità di due sanguinosi doppi falli sul 6-5.
Nel terzo Ana ha sperperato un ulteriore 5-3 di margine ed altri tre match point al servizio sul 5-4, ritrovandosi così ad un passo dal baratro sul 5-6, 15-40: quando lo spettro di una sconfitta da psicodramma sembrava ormai realtà, la croata ha saputo reagire con una forza mentale che fino ad allora le era mancata, annullando lei stessa tre palle match ed imponendosi infine al tie-break decisivo per 7-3.
Niente male come primo scontro diretto tra le dominatrici del 2013 giovanile – Belinda vittoriosa al Roland Garros e Wimbledon, Ana a Melbourne e New York – e superstar annunciate anche tra le professioniste.
Entrambe chiudono comunque la giornata in chiaroscuro: l’elvetica può rallegrarsi per lo spirito combattivo che l’ha quasi portata a rovesciare una situazione disperata, ma al contempo deve contabilizzare un’altra sconfitta contro l’amica-rivale, vittoriosa anche nell’unico precedente a livello junior, all’Orange Bowl 2012.
Dal canto suo la Konjuh, pur avendo portato a casa un incontro che la vedeva sfavorita alla vigilia – numero 93 mondiale, contro il 34 della Bencic –, rischia di pagare caro le fatiche extra nel prossimo match, avendo già alle spalle tre incontri di qualificazione. Ma è soprattutto l’incapacità di “uccidere” il match, nonostante la valanga di opportunità avute a più riprese, a lasciare qualche ombra sulla sua tenuta mentale in sfide importanti.
Per finire una curiosità statistica, utile a dare una misura di quanto sia stato pazzesco il finale di secondo set: solo Elena Likhovtseva (nel 2005 a Mosca contro Mary Pierce) ed Irina-Camelia Begu (nel 2012 a Rosmalen contro la nostra Schiavone) erano riuscite a dissipare sei match point consecutivi, finendo poi battute 8-6 e 10-8 rispettivamente. Nel loro caso fu ancora più doloroso, trattandosi di tie-break decisivo.
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