TENNIS – Di Diego Barbiani
Nel 2014 ha toccato le punte più brillanti della sua carriera, con la finale all’Australian Open seguita da un mese di marzo a gonfie vele: vittoria ad Acapulco, quarti di finale ad Indian Wells, semifinale a Miami e la gioia di aver finalmente raggiunto la top-10, obiettivo rincorso per tutta la prima parte della carriera.
Dominika Cibulkova, dodici mesi più tardi, si ritrova ai margini per un intervento chirurgico ad una malformazione ossea al tallone sinistro che non poteva più sopportare. La sfortuna, però, in questi casi ci vede benissimo o, come dice uno sviluppo delle legge di Murphy, “quando piove, diluvia”: la slovacca si è dovuta fermare quando era chiamata all’appello più importante dopo un buon Australian Open e quando rientrerà sarà costretta a ripartire da posizioni in classifica per lei inusuali, ritrovandosi molto probabilmente fuori dalle prime 40-50 del mondo cosa che non capitava almeno da maggio 2010.
Se c’è una caratteristica che Cibulkova ha fatto sua fin da piccola è quella di avere un carattere indomito. Quando in campo si auto-incita ad ogni punto conquistato urlandosi “pome!” (“andiamo – forza” in slovacco) l’idea è che si stia anche trattenendo dal non scoppiare in qualcosa di ben più grande. Ed anche ora che sta affrontando un momento sportivamente complicato, non smette di pensare a quando potrà ritornare a macinare gioco e vincenti. «Non è semplice, ma sto mettendo tutta la mia energia e la mia forza per tornare in campo quanto prima».
Con molta probabilità sarà costretta a saltare uno dei suoi appuntamenti preferiti: il Roland Garros. Fu proprio nei pressi del Bois de Boulogne che nel 2009 si mise in mostra per la prima volta al pubblico mondiale con una semifinale raggiunta dopo i successi su Bondarenko, Flipkens, Dulko, Szavay e soprattutto Maria Sharapova. Qualche dubbio, invece, rimane ancora per Wimbledon dove lo scorso anno fu sconfitta al terzo turno da Lucie Safarova e nel 2011 giunse ai quarti battendo lungo il cammino Caroline Wozniacki.
Come è trascorso il primo mese dopo l’intervento e come stai vivendo questa situazione?
«La prima fase è andata piuttosto bene. Non è facile, soprattutto non sapere quando potrà essere tutto a posto, ma sto mettendo tutta me stessa per recuperare. Mi manca il campo, mi mancano le sfide, ma so che tornerò appena possibile!».
E’ ormai al via la stagione sul rosso, quanto tempo pensi potrà passare prima di ritornare in campo? Fin dal momento dell’intervento si è vociferato di metà giugno, quando comincerà al stagione sull’erba, puoi confermare?
«Il mio obiettivo è di essere in campo appena possibile. Ho in programma di rientrare all’inizio della stagione sull’erba, ma tornerò a giocare quando il mio corpo sarà effettivamente pronto. Mi piacerebbe, ovviamente, che questo possa accadere anche prima, ma non voglio bruciare le tappe».
Lo scorso anno a Kuala Lumpur hai avvertito lo stesso infortunio che ti ha costretta ora all’intervento chirurgico. Dopo aver saltato Stoccarda, è cominciato un periodo un po’ complicato dove hai trovato avversarie molto difficili fin dai primi turni. Quanto ha inciso questo nel recuperare la fiducia e le sensazioni che ti hanno accompagnata nei primi mesi?
«E’ stato un fantastico inizio di stagione, con la finale all’Australian Open ed il titolo ad Acapulco come highlights. Purtroppo poi sono arrivate diverse sconfitte e mi sono trovata un po’ in difficoltà, anche perché il rientro non è stato semplice né felice. Continuavo ad allenarmi ed a scendere in campo con la voglia di vincere e l’entusiasmo che mi hanno sempre contraddistinto e questo mi ha aiutato a fine stagione quando sono riuscita a riprendermi la top-10».
A proposito del tuo rientro: darai più importanza a migliorare il ranking oppure la vera priorità sarà quella di ritrovare il tuo miglior tennis e la tua instancabile carica e positività in campo?
«Ora il ranking passa inevitabilmente in secondo piano, prima voglio tornare in campo e cercare di recuperare una migliore condizione fisica possibile dopo il problema che mi sta tenendo ferma. Voglio ritrovare il mio tennis migliore, se ci riuscirò poi la classifica si migliorerà di conseguenza, ma al momento non mi importa sapere in che posizione mi troverò la prossima settimana o quando tornerò a giocare».
E’ un periodo dove si stanno alternando tante giocatrici nei piani alti della classifica. Anche tra le giovani, sono diverse quelle che sembrano pronte a fare un ulteriore passo verso posizioni più importanti. Che idea hai di questa situazione? Pensi potrà essere difficile tornare a competere con loro?
«Ci sono diverse ragazze davvero forti e di prospettiva nel circuito Wta, tutto questo rende ogni sfida tra noi davvero avvincente. Io sono convinta che quando riuscirò a rimettermi in gioco potrò tornare a competere alla pari con le migliori del mondo ed a tornare in corsa anche per posizioni importanti nel ranking».
Spaziando un po’: c’è qualcosa, qualche colpo che ti piacerebbe ‘rubare’ alle tue colleghe?
«Vuoi la verità? No. Mi piace il mio gioco per cui non prenderei nulla dalle altre. Chiaro, avere un servizio come quello di Serena non sarebbe poi così male…».
E se nel tuo futuro ci fosse una carriera da allenatrice?
«Da allenatrice? Perché no! Magari, in futuro… Ora rimango coi piedi per terra, però se mi capitasse di allenare dei ragazzini cercherei di fargli amare questo sport e di fare in modo che possano godersi ogni momento trascorso sul campo come faccio io durante le partite o gli allenamenti».
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