TENNIS – MONTECARLO – DI DAVIDE BENCINI – Tomas Berdych si conferma la bestia nera di Gael Monfils, a cui non riesce la terza impresa in tre giorni, dopo i successi su Roger Federer e Grigor Dimitrov. 61 64 perentorio per il ceco, che dopo due stop in semifinale, riesce finalmente a raggiungere la sua prima finale monegasca.
Fare una cronaca di una non partita non è mai facile. Se poi la partita è giocata da uno dei due giocatori in un modo in cui nemmeno al circolino di Sarzana si vedrebbe giocare, allora il già arduo compito diventa ancora più complesso. Si spenderebbero più righe a commentare i completi dei due figuri in campo, a esser sinceri…
Alla fine il fatto positivo di una giornata in cui Monfils forse ha deciso di restare in albergo a guardarsi una maratona di cartoni animati mandando in campo il suo cugino brutto travestito da ramarro mimetizzato a giocare alla Dolgopolov (male per giunta), è che almeno è durata poco, risparmiandoci un terzo set che a tratti, quando il cervello di Berdych andava in vacanza, è parso persino possibile, per la gioia degli eventuali masochisti giunti a Montecarlo.
Doveva essere il giorno della conferma del Gael finalmente eroe di Francia, cambiato, aggressivo, fantasioso. E’ stata una dormita generale. Sì, perché Monfils ha iniziato il match aspettando non si sa cosa, lasciando il gioco in mano a Berdych, che senza nemmeno fare cose astruse si è ritrovato a servire per il set in nemmeno mezz’ora. Gael se ne stava a fondo campo senza fare veramente niente e limitandosi a ributtare (il verbo “rimettere” oggi sarebbe equivoco…) la palla di là. Compendio di come non si deve giocare contro Berdych. 6/1 e via.
Il secondo set, se possibile, malgrado il risultato più stretto, risultava uno spettacolo anche peggiore. Infatti Berdych, forse in preda a un attacco di pietà, cominciava a sparacchiare anche lui e regalava controbreak, palle break e occasioni a Gael, il quale dal canto suo attaccava un dialogo con il proprio angolo degno di una commedia beckettiana, il tutto sotto gli occhi ignari di un Bernardes che, non avendo di fronte Nadal, lasciava correre (o dormiva? Mah…). In ogni caso a quello vestito con i pezzi ricuciti della divisa del PSG bastava un minimo di attenzione per portare a casa un match nel quale ogni tanto si sono visti anche colpi pregiati, ma nati soprattutto dalla vena improvvisata e spesso senza senso di un Monfils che ogni pareva avere voglia di far tutto tranne che di giocare a tennis.
Difficile dire che chance possa avere Berdych domani in finale, anche se il Tomas di quest’anno pare un po’ diverso dal mitragliatore folle e cieco degli anni passati. Cerca con più calma il vincente, non si costringe a prendere le righe a tutti i costi e ogni tanto aspetta. Va persino a chiudere a rete e (edizione straordinaria) oggi ha persino fatto due rovesci in back da fondo campo. Che abbia cominciato anche a ragionare con l’età che anche per lui avanza? Il tennis gliene sarebbe molto grato, visti i colpi che ha.
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