TENNIS – MONTECARLO – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Novak Djokovic batte Rafael Nadal 63 63 in una bella semifinale: il miglior Nadal della stagione è stato però battuto da un Djokovic nella norma, che ha dovuto alzare il livello solo nei momenti davvero decisivi. La legge del più forte parla chiaro e al momento parla serbo, anche sulla terra. Domani la finale contro Berdych.
Atto numero quarantatré. Mai nessuno così tante volte nella storia del tennis. Nadal-Djokovic, rivalità frequente, troppo frequente, sempre presente. Oggi in semifinale, sulla terra, a Monte-Carlo. Senti o leggi queste parole e pensi, d’istinto: “Rafa favorito”. Poco importa che lui ricordi di non esserlo, è un vizio d’incoraggiamento, di pressione che va tolta, di un ragazzo ed un tennista abituato così.
Stavolta però Rafa ha ragione: non era lui il favorito. Il favorito rimane Novak Djokovic, numero uno del mondo con un larghissimo distacco, assoluto dominatore fin qui di una stagione che gli ha visto perdere due partite: a inizio anno, ancora arrugginito, contro Ivo Karlovic a Doha; uno che il ritmo non te lo regala neanche pregando. L’altro, a Dubai in finale contro un Roger Federer in grande spolvero. Poi Nole ha macinato chilometri, palline, racchette, campi da tennis e niente è sopravvissuto a lui. Lui che da neo-papà avrebbe potuto subire distrazioni e cali di tensione, ha invece trovato in questa nuova dimensione la sua migliore solidità e convinzione.
Di fronte, oggi, il miglior Nadal della stagione. Più propositivo, atleticamente più pronto, meno impaurito e perfino più orgoglioso, da re della terra rossa qual è; non è bastato. Peggio per Rafa, non è minimamente bastato. Eppure Djokovic parte lento, scoordinato, non ce ne voglia, anche con un po’ di soggezione. D’altronde, anche se il più forte adesso è lui, l’aura di Nadal sul rosso e nel Principato non può essere spazzata via così facilmente.
Parte sotto ma, come al solito, non si scompone. Rimane lì, capisce di non dover solo provare a sfondare, capisce che deve giocare intelligentemente quanto l’avversario, che alza la palla di più per arrivare in profondità e non permettere colpi facili a Nole.
Ci mette 4-5 game ma Djokovic infila un parziale di 6 punti a 1 che spezzano un equilibrio permesso più dalla sua scarsa convinzione fino a quel momento.
Nel secondo parziale il livello è perfino più alto, grandi scambi e pochissimi errori da parte di entrambi ma al momento decisivo è Djokovic a mettere una marcia in più e ad imporre la sua legge: la legge del più forte, che Nadal dovrà accettare ed attaccare, ancora, da qui a Parigi, per la difesa di un regno che, nonostante la longevità, non è mai stato così a rischio.
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