TENNIS – Di Piero Vassallo
MIAMI. Andy Murray è il primo semifinalista del Masters 1000 di Miami. Lo scozzese ha battuto in rimonta 3-6 6-4 6-1 l’austriaco Dominic Thiem e adesso aspetta il vincitore della sfida tra Tomáš Berdych e Juan Mónaco.
La festa per le 500 vittorie da professionista (traguardo tagliato ieri dopo il successo su Kevin Anderson) ha rischiato di interrompersi bruscamente dopo poco più di 24 ore, tutto per merito del 21enne austriaco che per un set ha espresso un tennis di alto livello, mettendo alle corde il numero 4 del mondo. Per quaranta minuti abbondanti Thiem ha giocato meglio del suo avversario, ha comandato il gioco, ha cercato di essere aggressivo sia con il dritto che con il rovescio, mostrando un tennis brillante ed efficace.
Murray è rimasto in balia del suo avversario fino a inizio secondo set, quando è riuscito a prendere un break di vantaggio e ha iniziato a percepire i primi segnali di incertezza del giovane allievo di Gunter Bresnik. Lo scozzese ce l’ha messa tutta per rinvigorire nuovamente l’austriaco, cedendo la battuta a zero in un settimo gioco disastroso, ma nemmeno questo gentile omaggio è riuscito a rimettere in carreggiata Thiem: al secondo set point Murray si è preso il parziale e ha tirato un grande sospiro di sollievo.
La resistenza dell’austriaco nel terzo set è durata solo pochi minuti e alla seconda palla break del quarto gioco il tennista di Dunblane ha preso il largo, finendo per dominare gli ultimi game contro un Thiem scoraggiato e totalmente scarico dall’altra parte della rete. Lo scozzese raggiunge così la seconda semifinale consecutiva dopo quella di Indian Wells e potrà giocarsela da favorito su un campo che lo ha visto già trionfare per due volte, nel 2009 e nel 2013. Proprio la finale di due anni fa, giocata contro David Ferrer, è stata l’ultima in un Masters 1000 per Murray, che in questa categoria di tornei ha avuto una preoccupante involuzione: tra il 2008 e il 2011 ha vinto 8 titoli (su 9 finali), mentre nei successivi tre anni ha ottenuto un solo successo. Troppo poco per un giocatore come lui.
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