TENNIS – Dal nostro inviato ad Indian Wells Diego Barbiani
Sara Errani e Roberta Vinci non fanno più coppia in doppio. La notizia, divenuta di dominio pubblico con un comunicato ufficiale firmato dalle due giocatrici azzurre, era nell’aria già da qualche tempo.
Come mai? Che cosa è successo? Teniamo in gran conto la versione ufficiale, ma non capiamo (o forse ci rifiutiamo di capire, data la situazione) come si sia potuti arrivare a questo addio.
Il comunicato dice, in sostanza: Sara e Roberta hanno progetti diversi. Bene, diteci se esiste e quale possa essere un progetto migliore. Quello che hanno fatto, insieme, è storico perché sono riuscite a portare a termine il grande Slam in carriera e l’abbraccio sui verdi prati di Wimbledon è uno dei momenti più emozionanti della carriera di entrambe.
Mancanza di motivazioni? Voglia di sperimentare nuove avventure? Per due ragazze che a forza di una laboriosissima carriera a base di doppi impegni e di turni straordinari sono giunte al numero uno della specialità, viene difficile pensare che ci sia davvero l’intenzione di mollare tutto così, quando manca ancorano ancora dei tasselli per completare il puzzle. Il titolo al Master di fine anno, dove ancora non sono riuscite a passare un turno, ma soprattutto la medaglia olimpica.
Le Olimpiadi di Rio de Janeiro sono giorno dopo giorno più vicine ed in Brasile, le due, si sarebbero presentate con i favori del pronostico per una medaglia e, perché no, proprio per l’oro. Lasciare la compagna più affiatata, di cui ci si poteva fidare ad occhi chiusi per tattiche, automatismi ed anche abitudini, sembra una scelta molto coraggiosa. Fin troppo. Immaginare un futuro ancora più roseo, con altre vittorie negli Slam (che in singolare sarà difficile poter cogliere) e magari proprio quell’ oro ai giochi ai cinque cerchi, dove a questo punto si presenteranno salvo ripensamenti in coppia con altre italiane, appare molto difficile.
Proprio sull’imminente impegno a cinque cerchi va fatta una riflessione doverosa e forse un po’ scomoda. Anzitutto, siamo convinti che le sorelle Williams potranno esserci? Ed in caso di risposta affermativa, in che condizione si presenteranno? Al momento, tra Serena e Venus, è difficile pensare che vogliano nuovamente fare entrambe le specialità. La prima, la più giovane, il prossimo anno si presenterebbe a Rio a pochi mesi dal compiere 35 anni, sua sorella addirittura con 36 già superati. Avendolo già vinto tre volte (2000, 2008, 2012) potrebbero anche decidere di concentrarsi solo sul singolare. Tolte loro, la strada non sarebbe spianata ma rispetto a tante le altre avrebbero la fortuna di giocare insieme, di vivere insieme, ormai da tanto tempo.
Perché chiudere ora, a stagione ormai iniziata? Non è oltretutto specificato se il doppio farà ancora parte delle loro carriere. Si suppone di sì, visto che è un terreno ormai pane per i loro denti, ma ora come andare avanti? Ripartire da una connazionale o cercare fortuna altrove?
Le voci di una possibile crisi, tra le due, circolavano già da qualche settimana ed ad Indian Wells si è visto che mancava quel feeling e quella voglia di stare l’una assieme all’altra. Allenarsi contemporaneamente poi in campi diversi e lontani aveva fatto sorgere altri dubbi. Il vaso di pandora ora è scoperchiato e nel caos generale si può dire tutto ed il contrario di tutto. Contattato via mail, Davide Errani (fratello e manager di Sara) ha risposto dicendo che questa scelta era nata durante la tourneè sudamericana e ragionata con gli allenatori di entrambe per poi decidere in via definitiva qui ad Indian Wells, dove l’assenza dal doppio era dovuta ad un problema fisico della tarantina. «Io penso più che sia un break» ammette Flavia Pennetta, apparsa anche lei piuttosto disorientata a riguardo. «Magari a causa delle pressioni, un po’ di stanchezza, la convivenza… Ci possono essere di mezzo tanti fattori, ma penso sia un break che serva ad entrambe per prendersi del tempo, poi decideranno cosa fare».
I dubbi rimangono. La realtà dei fatti è che si stanno separando due delle doppiste italiane più forti che possiamo ricordare negli ultimi decenni della nostra storia storia tennistica in un momento in cui invece bisognava che fossero più unite che mai, magari anche ragionando insieme su come non mandare tutti questi anni di lavoro all’aria, tirare avanti ancora dodici mesi per poi salutarsi con una medaglia al collo che avrebbe, verosimilmente, chiuso nella maniera più bella il loro percorso. A quel punto, davvero, si poteva parlare di lieto fine. Ora no.
l termine di uno degli anni più intensi nella storia del tennis (certamente italiano) e…
Sinner 10 e lode Dieci e lode è un voto impegnativo, quindi per non fare…
Come sempre, a Natale si è tutti più buoni. Per cui, senza troppo indulgiare oltre,…
di Salvatore Sodano C'era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e…
Iga Swiatek è stata protagonista di intervista con Anita Werner a 'Fakty po Faktach" (Il…
La FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) e l’ITF (International Tennis Federation) sono liete di…