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Atp Miami – Djokovic, prima la paura poi il sollievo: Dolgopolov fermato ad un passo dall'impresa

TENNIS – MIAMI. Prima la paura, poi il sollievo. Questa è stata l’altalena di emozioni vissuta da Novak Djokovic che contro Alexandr Dolgopolov ha faticato ben oltre l’immaginabile arrivando anche ad un passo dal baratro.

67(3) 75 60 il punteggio finale in favore del n.1 del mondo che nei quarti di finale trova David Ferrer, ma esce dal campo dopo aver tirato un sospiro enorme. I precedenti tra i due raccontavano di tre vittorie del serbo, e soprattutto il primo, l’ottavo di finale di New York del 2011, ricorda molto da vicino quanto accaduto oggi. Un primo set, come allora, dove l’ucraino meriterebbe di più nell’arco dei dodici game giocati e che deve affrontare il tie-break.

Come allora, è salito 4-0 avanti con Djokovic più volte in difficoltà. Gli mancavano gli appoggi, non riusciva a leggere che tipo di palla doveva affrontare, se forte e tesa, se carica di effetto, se tagliata, se smorzata, se un back lungo, se avrebbe rimbalzato. Dolgopolov, trascinato dal suo estro e dalla sua imprevedibilità lo stava portando al manicomio. Dal nervoso, ha lanciato due volte la pallina tra gli spettatori rimediando il primo warning, poi ceduto il secondo turno di battuta della partita sul 4-4 ha spaccato la racchetta a terra chiedendo scusa poi a tutti, pubblico ed arbitro, ma rimediandosi comunque un punto di penalità. Lo stesso pubblico, poi, si era apertamente schierato con l’ucraino dal tennis brillante, aggressivo, vivace, sempre diverso ma ugualmente spettacolare. Djokovic, diversamente dal 2011, non è riuscito a risalire ed è parso non avere altra arma al di fuori della continuità, cercare di mantenere un livello elevato pur senza prendere rischi e cercando il più possibile di limitare gli errori, magari passando interi scambi a rigiocarla di là o muovendo il suo avversario e sperando che il livello di gioco impressionante di Dolgopolov, prima o poi, calasse.

Quest ultimo ha provato a mantenersi aggressivo fino a quando ha potuto, è arrivato a guidare nel secondo set per 30 e doppia chance per il 40. Djokovic ancora sembrava non avere la forza per contrastarlo, vittima di una giornata piuttosto opaca. E’ stato bravo ad aumentare un po’ la propria solidità da fondo quando ha fiutato i primi segnali di calo dell’avversario, che sul 42 non ha confermato la battuta e si è fatto raggiungere. Gli ultimi sprazzi del vero Dolgopolov sono arrivati sul 44, con un game portato a casa giocando solo vincenti alcuni dei quali anche di ottimo livello, poi però è crollato. Il suo gioco, già di per sé colmo di rischi, tempismi perfetti e tutto così unico nel suo genere, ha alzato bandiera bianca colpa anche di un fastidio fisico evidenziato da un bendaggio al piede destro tra secondo e terzo set. Il vero problema, però, è che dall’altra parte ora c’era un avversario vero, salvatosi in extremis e rinvigorito da questi segnali. Non c’è più stata storia, con un terzo set che è volato via in un ‘flash’, uno dei tanti che lo stesso ucraino ha fatto al serbo durante la partita tra rovesci e dritti anticipati allo stremo. Alla fine, però, è Djokovic a sorridere. Anzi, a tirare un bel sospiro di sollievo.

 

Redazione

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