TENNIS – Di Samuele Delpozzi
RIO DE JANEIRO. A quasi due anni di distanza dall’ultimo trionfo, Sara Errani torna a vincere un torneo WTA, ancora una volta in America Latina: 7-6 6-1 alla slovacca Anna Karolina Schmiedlova nella finale dell’International di Rio de Janeiro.
Un digiuno di titoli che probabilmente iniziava a pesare, ed alla luce del difficile inizio di stagione – con la bruciante rimonta subita dalla Francia in Fed Cup – la scelta di giocare il piccolo torneo brasiliano si è rivelata intelligente: il Premier 5 di Dubai, stipato di top players e giocato su un cemento molto rapido, difficilmente avrebbe dato soddisfazioni a questa Errani alla ricerca di se stessa, decisamente lontana da quella che due anni fa raggiunse la finale proprio negli Emirati.
Il Rio Open era invece la palestra giusta per tornare a carburare sul terreno prediletto, quella terra rossa che da almeno un quadriennio la vede protagonista indiscussa. Le difficoltà non sono comunque mancate, nonostante fosse accreditata della prima testa di serie: nei quarti ha dovuto annullare 3 match point alla promettente Beatriz Haddad Maia, mentre oggi si è salvata in extremis da un primo set quasi perso, facendo leva sull’esperienza dei suoi (quasi) 28 anni.
Gli ingredienti per un match all’insegna della tensione c’erano tutti, quest’oggi: le insicurezze di Sara e l’inesperienza della Schmiedlova, alla prima finale in carriera. In più, a togliere ulteriori punti di riferimento, la mancanza di precedenti sul campo.
Non sorprende quindi l’andamento sinusoidale del primo set, costellato da continui break e controbreak ed improvvisi ribaltamenti di fronte. La romagnola sembra poter allungare, portandosi sul 4-2 con il primo game vinto al servizio, ma puntuale arriva la contraerea della ventenne di Kosice: determinata a guadagnare
L’azzurra, messa con le spalle al muro, si salva con grande mestiere – davvero pregevoli alcuni passantini stretti di tocco – rovesciando nuovamente gli equilibri del match. Persa l’occasione di chiudere in battuta sul 6-5, Sarita domina comunque il tie-break per 7-2 su una rivale provata e confusa, ancora scottata dall’occasione mancata poco prima.
L’esito del primo parziale si rivela assolutamente decisivo: la Schmiedlova paga dazio anche a livello fisico, iniziando a sparacchiare di metri sul debole servizio della ravennate e consegnandosi totalmente. Fatta eccezione per un estemporaneo break ottenuto sullo 0-4, propiziato da un raro doppio fallo della nostra, il secondo set fila via liscio senza ulteriori sussulti.
Finisce dunque 7-6 6-1, con la Errani che si inginocchia alla Borg sul rosso di Rio, stremata e felice per il primo titolo dal 3 marzo 2013. Due anni costellati di ottimi piazzamenti, ma anche un progressivo logorio psicofisico che l’aveva portata ad uscire dalle prime 15, apparentemente sull’orlo di un declino irreversibile.
Invece, seppur più lenta di almeno un passo rispetto ai tempi d’oro, la romagnola ha saputo regalarsi un nuovo trofeo, l’ottavo della sua collezione in singolare. E non è detto che la fiducia riacquisita proprio qui, in Brasile, non possa ridare slancio ad una splendida carriera, già andata ben oltre le più rosee aspettative.
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