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Il programma 2015 di Federer: ritorno alla vera selezione?

 

TENNIS – QUIET PLEASE! – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Dopo la prematura uscita di scena a Melbourne, Federer si è rintanato a tra casa e vacanza per quasi un mese, senza dare alcuna traccia di sé: tornato, ha pubblicato la sua programmazione parziale, fino a Wimbledon. Manca Miami, c’è Montecarlo. Un solo torneo a Febbraio e uno solo a Marzo. E’ cambiato qualcosa? E dopo WImbledon? Analizziamo insieme.

 

L’abbraccio sincero ad Andreas Seppi che esulta con garbo ed educazione davanti ad un Federer sicuramente deluso ma onestamente felice per un vero amico sul circuito, lo abbraccia, gli fa i complimenti, sorride per lui, va addirittura dall’altra parte della rete e farglieli, si dimentica di stringere la mano all’arbitro, Keothawong, che poi va a cercare -si narra- negli spogliatoi per scusarsi.

 

Sembra una sconfitta inaspettata ma indolore, anche dalle parole in conferenza stampa, anche dalla lucidità con la quale analizza una partita nella quale il suo avversario ha giocato bene e lui sentiva da qualche giorno di non essere proprio al massimo.

Colpa, forse, anche della preparazione non completa, a causa di una off-season cortissima più che impegnata (le esibizioni sono state due e non esattamente partite vere); Federer paga probabilmente la scelta Brisbane, in un periodo di allenamenti e riposo che si sarebbe potuto prolungare e avrebbe raggiunto forse il picco proprio durante gli Australian Open, invece che sulla Pat Rafter Arena. Ma con i se e con i ma come sappiamo non si fa la storia.

La storia dice che Federer è fermo da più di un mese e in questo mese è praticamente sparito, risucchiato dalla privacy tra Dubai e Maldive, dove trascorre la maggior parte delle vacanze a questo punto dell’anno, tra palestra e campi di allenamento, moglie e figli. E decisioni da prendere.

La settimana scorsa Roger ha infatti poi esordito sul proprio profilo Facebook comunicando la propria programmazione (di solito pubblicata a Dicembre) per il 2015, con un dettaglio, però: solo parziale, solo fino a Wimbledon. Si va per gradi. Scelte che ci si aspettava, tranne una: fuori Miami, dentro Monte-Carlo.

Non è la prima volta che Federer salta il torneo di Key Biscaine: anzi, la seconda stagione consecutiva per essere precisi. Lo svizzero ha spesso criticato negli ultimi anni la scelta del torneo per una superficie giudicata (non solo da lui) davvero troppo lenta, più lenta addirittura della terra battuta. Complice anche la presenza IMG nella direzione del torneo (con la quale ha chiuso insieme al suo manager Godsick qualche anno fa e non ha mantenuto rapporti eccelsi), la rinuncia ad un torneo peraltro molto lungo dopo 12 giorni a Indian Wells è arrivata senza troppo sacrificio.

 

Così Federer giocherà un solo torneo a Febbraio, Dubai; uno solo a Marzo, sebbene i giorni siano tanti, Indian Wells. Poi si fermerà fino al 12 aprile, tre settimane dopo la fine del torneo californiano, quando andrà a Monte-Carlo, che è tornato ad amare e a frequentare con una certa costanza.

 

Altre tre settimane e inizia Madrid, Roma (due settimane di fila nelle quali non difende praticamente punti), poi una di stop e Roland Garros. Quest’anno dopo lo Slam parigino ci sarà una settimana in più per la stagione sull’erba, nella quale Federer riposerà per poi andare nella “sua” Halle, fermarsi e affrontare il torneo dello Slam che ama di più e nel quale ha più chance di vincere: Wimbledon.

 

In poche parole: un torneo a Febbraio, uno a Marzo, uno in aprile per poi accelerare il passo con 5 tornei da Maggio fino a metà luglio. Decisamente un cambio di programma rispetto al 2014, nel quale ha giocato molto di più e soprattutto molto più spesso, Davis compresa, che quest’anno ha “abbandonato” e così anche l’amico Wawrinka. La regola per le Olimpiadi (in programma nel 2016 a Rio de Janeiro) dice che devi aver giocato 3 volte nei quattro anni, di cui almeno una volta nel 2015 o nel 2016. 

Nel caso di veterani come Federer, che ha giocato almeno 20 volte per la propria squadra, è sufficiente aver giocato due volte (di cui almeno una sempre nel 2015 o 2016, le ultime due stagioni); Roger può quindi in questo senso dormire sogni tranquilli.

 

E dopo WImbledon? Presumibilmente Federer, compatibilmente con uno stato di salute ottimale, non mancherà ai MS1000 nord-americani, US Open; Shanghai è forse l’unico punto interrogativo (ma difende molti punti vista la vittoria nel 2014), così come Bercy; non lo è Basilea e, se la stagione sarà quanto meno a buoni livelli, ovviamente le World Tour Finals.

La quantità non è quello a cui punta Roger quest’anno: quest’anno spera soprattutto nello Slam, la scorsa stagione gli ha consegnato un ritorno ad alti livelli attraverso molti cambiamenti tecnico-tattici e una forma quasi sempre al top. Quest’anno Federer vuole raccogliere, senza disperdere troppe energie dove non serve.

Rossana Capobianco

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