TENNIS – Di Giancarlo Di Leva
Gianluigi Quinzi che rappresenta il futuro del nostro tennis maschile il 1° febbraio scorso ha compiuto 19 anni.
Purtroppo il 2014, a causa di problemi fisici, insicurezze ma anche tanti errori, è risultato alla fine un anno perso, mentre contemporaneamente i suoi coetanei già famosi (in primis Kyrgios, Coric, Zverev, Kokkinakis) con cui si confrontava in quanto ci giocava alla pari da junior, sono cresciuti tecnicamente e fisicamente, sono progrediti in classifica e oggi calcano regolarmente i palcoscenici di prima classe e fanno parlare di sé il mondo intero. Nel complesso ad oggi sopravanzano Gianluigi in classifica 22 teenagers (8 nei primi 200) e tra essi ci sono il coreano Hyeon Chung (sconfitto dal nostro nella finale junior di Wimbledon nel 2013),l ’americano Donaldson e il giapponese Nishioka che hanno già vinto un torneo Challenger.
Il bilancio del 2014 di Quinzi è stato molto deludente, lontanissimo dalle aspettative. 3 vittorie in tornei Futures in maggio, mai oltre il 3° turno in tornei Challenger, miglior scalpo raccolto quello del cileno Gonzalo Lama, n. 205 del ranking, al 1° turno del challenger di Montevideo dove poi ha ceduto al 3° turno in 2 set all’argentino Cachin, n. 268, classe 1995. Il miglior risultato in carriera per Gianluigi rimane pertanto la vittoria ottenuta a settembre 2013 nel challenger di Porto Alegre in Brasile sul portoghese Elias all’epoca n.129 del mondo. Di riflesso la classifica finale del 2014 (424) segna un regresso rispetto all’anno precedente ( n.328).
E’ apparsa quanto meno discutibile la programmazione che ha visto il giocatore marchigiano correre da una parte all’altra del globo senza dare mai la sensazione di seguire un percorso ragionato: bizzarra ad esempio la decisone di fare un’apparizione in India, in un Challenger sul cemento a ottobre, dopo aver giocato sulla terra in Croazia, per tornare sulla terra in Sud America, dando l’impressione isterica di voler rincorrere a tutti i costi una vittoria, possibilmente il più lontano dai riflettori, alla ricerca della serenità smarrita.
Dalle poche volte in cui Quinzi che si è potuto vedere all’opera (in streaming), non sono emersi progressi significativi. Sulla base degli scoring, risulta che in 8 delle 17 sconfitte subite nell’anno, Gianluigi ha ceduto di schianto nell’ultimo set, facendo al massimo 2 games, il che lascia qualche dubbio sulla tenuta mentale e in ogni caso è sintomatico di un tennista non in fiducia.
Ci sono molte cose da migliorare tecnicamente e fisicamente, su cui si può lavorare, ma è indispensabile, per riprendere la fiducia che oggi manca, riuscire a creare un circolo virtuoso. Il lavoro che Gianluigi sta facendo con serietà e dedizione va accompagnato da una visione lucida e da un contesto ordinato e paziente che seguano una traccia coerente. Occorre trovare un “centro di gravità permanente” che dia stabilità e consenta di progredire in serenità, sviluppando un potenziale che indubbiamente è elevato ed è ciò che finora non è stato fatto. Le troppe aspettative, nate peraltro troppo presto, e di conseguenza il peso della responsabilità, unita al fatto che altri coetanei stavano nel frattempo esplodendo, hanno condizionato le scelte e inciso sulla tranquillità del ragazzo ma adesso non si può continuare a sbagliare.
Il 2014 è alle spalle e va resettato. Il nuovo anno è appena iniziato e l’esordio per il quale si è scelto un future in America non è stato dei migliori (sconfitta in 2 set nei quarti del Future di Palm Coast in Florida per mano del’argentino Heras, n.555 del mondo). E’ necessario che il team di Quinzi si decida a fare delle scelte importanti in termini di tecnici e di strutture cui affidare la crescita del ragazzo che continua a rappresentare un patrimonio dal valore inestimabile per il movimento tennistico italiano che va salvaguardato.
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