TENNIS – Gianluigi Quinzi, classe 1996 e numero 368 del ranking, pensa che per vincere a tennis sia importante soprattutto il fattore mentale.
“Il tennis è un po’ come gli scacchi – ha dichiarato il giovane marchigiano a un programma radiofonico di ‘Rai Radio Due’ – solo il 20% è gioco in senso proprio, il restante 80% è una questione mentale. Se possiedi entrambe le cose sei un fenomeno come Federer, Nadal, Djokovic. Se hai molto braccio ma poca testa non vinci molto; al contrario di uno che magari non ha molto braccio però sa usare la testa”. L’azzurro ha parlato anche del successo come Junior a Wimbledon nel 2013: “Sapevo che potevo farcela. Prima della competizione ho detto al mio coach che mi sentivo carico e in fiducia. Ero molto convinto dei miei mezzi e sapevo che avrei fatto bene in quel torneo. Alla fine è stato davvero bello portare a casa quel grande risultato”. L’italiano ha detto quanto sia stata dura all’inizio: “Il tennis non era la mia passione; poi ho cominciato perché ho visto giocare qualche amico dell’epoca. Quando sono andato via di casa per intraprendere questa avventura ho pianto. Mi mancava la mia famiglia, mi mancavano tutti i mei amici; però, anche se la partenza è stata dura, col tempo mi sono abituato”.
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