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ATP Dubai: Federer, lezione a Coric e finale!

TENNIS – ATP DUBAI – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Roger Federer in 56 minuti liquida borna Coric 62 61 ridimensionando l’impresa del croato ieri contro Andy Murray: nona finale a Dubai per lo svizzero, che ora aspetta Berdych o Djokovic.

Anche se è solito negarlo, il gusto che Federer prova nell’infliggere lezioni a colleghi molto più giovani di lui è sempre stato piuttosto evidente; forma permettendo, naturalmente. 

Il Federer tornato dopo la pausa successiva alla prematura uscita in Australia pare un Federer ritemprato, fresco, allenato, in fase di spinta, fisicamente tirato. E i 33 anni sembrano svanire, in queste circostanze. Sono evidenti quando capisci che si accorge dell’ingenuità dell’avversario, pimpante, solido ma poco sapiente e poco preparato a subire variazioni.

Borna Coric è uno dei giovani più interessanti del circuito: equilibratissimi i due fondamentali, eccellente la risposta, una testa già proiettata a livelli altissimi e quella presunzione che solo i grandi sanno avere, che ogni tanto sfocia nella spacconeria ma che non fa certo rimpiangere i mollaccioni impauriti che spesso abbiamo visto abitare i campi da tennis, ultimamente.

Come molti tennisti moderni, però, Coric pecca di scarsa abitudine alla variazione e “nonno” Roger lo comprende subito: mai una palla uguale, mai un rovescio con la stessa traiettoria. Su tutti lo slice lungolinea è quello mortifero per il croato, non gli permette di sfruttare la velocità della palla dell’avversario come vorrebbe e di effettuare le proprie geometrie. Sebbene lo svizzero oggi non sia concentratissimo e centratissimo al servizio, questa grossa differenza basta; sarebbe interessante capire perché, oltre all’abitudine ai ritmi e alle palle pesanti, questi nuovi professionisti non siano abituati anche ad un minimo di varietà e pratichino un tennis monocorde, monotono, monotutto. Che va bene con altri spesso e volentieri, ma con chi sa trattare la palla come Federer e non schioda i piedi dalla linea di fondo, molto meno.

La partita, malgrado qualche errore dello svizzero e qualche doppio fallo di troppo non decolla:”Ho recepito il messaggio che mi ha mandato Coric” aveva detto ieri lo svizzero in conferenza stampa. Ed ha voluto “insegnare” al ragazzino come si gioca. Anche se non lo dirà mai, quel naturale sadismo è il motivo per il quale ha vinto così tanto. Lasciamogli ancora credere che non sia così.

Rossana Capobianco

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