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Nadal e Djokovic, semplice rodaggio o campanelli d'allarme?

TENNIS – di Davide Bencini. Molti erano curiosi di vedere come si sarebbe ripresentato in campo Rafa Nadal dopo la pausa forzata dovuta all’infortunio al polso prima e all’operazione di appendicite poi. Altri vedevano già Novak Djokovic come il robot invincibile pronto a distruggere chiunque a Melbourne dopo la cavalcata trionfale di fine stagione che lo ha portato a rivincere il Master di fine anno, seppure senza giocare la finale.

La riposta che si può ricavare dopo la prima apparizione di entrambi è che mai negli ultimi anni avevamo assistito a una così eclatante partenza falsa da parte di entrambi. Neanche quando Nadal saltava il primo slam dell’anno o si presentava in carente condizione fisica. Allora almeno c’era Robot-Nole… Fatto sta che le due sconfitte, entrambe inaspettate, subite dai due nel primo torneo dell’anno, hanno subito scatenato le ipotesi più disparate (c’è persino chi ha ipotizzato un improbabile forfait di Nadal a Melbourne…) e buttato più di un dubbio sulle condizioni reali in cui i due siano partiti in questa stagione. In ogni caso. Ma se su Nadal i dubbi potevano essere più che legittimi, quella di Nole è stata innegabilmente una sconfitta “non da Nole”.

Rafa, a parte ritorni miracolosi sui quali si è detto di tutto e di più e nei quali dopo mesi di inattività ha sconfitto tutti i tennisti possibili immaginabili, vincendo tutti i tornei del sistema solare nei primi 6 mesi dopo il ritorno e battendo anche tutte le armate delle tenebre che si ponevano sul suo cammino, spesso ha avuto bisogno di carburare, specialmente a inizio stagione. Nole invece era quasi sempre partito a mille prima degli Australian Open e comunque non aveva mai perso da un Karlovic. Certo, Ivo, specialmente in giornata sì, è uno di quei tennisti contro i quali quando perdi il servizio c’è solo una cosa da fare per non perdere, ovvero il segno della croce e pregare. Ciò non toglie che un Nole anche solo normale contro Karlovic non ci perderebbe nemmeno a calcio Balilla.

Dicono davvero qualcosa queste due sconfitte premature? Sì, che i due sono ancora lontani dalla forma ottimale, e lo stesso discorso fatto per Nole può essere fatto anche per Nadal, che contro Berrer non ha nemmeno la scusa di essersi trovato davanti al tiro al piccione a cui ti abitua spesso Ivone. Ciò non toglie che se qualcuno crede che questi due di qui a una settimana non saranno pronti per lottare per il titolo probabilmente si sbaglia.

Nole spesso in passato ha anche giocato a nascondersi. E a guardarlo bene lo stop contro il croato ha saputo più di distrazione che di altro. E non è certo un’eresia perdere così. In fondo è già capitato a qualcun altro prima di lui… Ma una cosa è beccare una giornata perfetta e avere un servizio che ti permette di poterti concentrare solo su un game di risposta in tutto il match per far girare l’incontro; un’altra è vincere tre set sulla Rod Laver Arena contro Djokovic, che negli ultimi anni ne è diventato praticamente proprietario. Ne sa qualcosa Wawrinka, che ci ha messo due anni…

Per Rafa è diverso. Rafa ha bisogno di giocare e di allenarsi. Può perdere a Doha contro un Berrer o un Monfils arrancando sul campo e dando l’impressione di ciondolare come se avesse ancora il pandoro sulla panza da digerire, ma appena si trova nella condizione di poter usufruire di più di tre set per scaldarsi e trovare i colpi, batterlo diventa una battaglia, anche se dovesse giocare con la destra. A Melbourne magari poi basteranno un paio di turni senza troppi pericoli per ritrovare il Nadal che ributta tutto e che non si sfonda… Ma se il Karlovic stavolta toccasse a lui forse potremmo vedere altre sorprese.

 

Davide Bencini

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