TENNIS – AUSTRALIAN OPEN – DI FABRIZIO FIDECARO – Andy Murray ha sconfitto Nick Kyrgios con il punteggio di 63 76(5) 63, qualificandosi per le semifinali degli Australian Open. Il britannico contenderà l’accesso al match clou a Tomas Berdych.
Andy Murray troppo solido per Nick Kyrgios. Almeno per il momento. È stato questo il verdetto del quarto di finale notturno della nona giornata, che ha promosso il britannico alle semifinali degli Australian Open per la quinta volta in carriera. Un Murray così non lo si ammirava da tempo: concentrato, determinato, perfettamente a suo agio nella bolgia della Rod Laver Arena, che sosteneva caldamente il suo avversario. Un atleta completamente diverso da quello visto a Londra per le Atp World Tour Finals, in cui concluse il suo percorso nel round robin con un imbarazzante 60 61 sul groppone inflittogli da Roger Federer. Quella bruciante sconfitta deve essergli stata di sprone in vista della preparazione alla nuova stagione, e i risultati stanno vedendosi.
Certo, per il 19enne Kyrgios non era facile gestire la sbornia derivante dalla rocambolesca vittoria su Andreas Seppi, grazie alla quale aveva riportato l’Australia nei quarti dello Slam di casa a distanza di dieci anni dall’ultima volta. Nick ha iniziato il match conquistando nel tripudio generale i primi due punti sulla battuta dell’avversario, ma poi non è mai riuscito a impensierirlo quando era alla risposta. Il britannico gli ha strappato il servizio nel sesto game e, dopo aver mancato due palle set già nell’ottavo, ha chiuso senza difficoltà sul 63.
Il treno australiano è stato sul punto di deragliare nel terzo game del secondo set, ma Kyrgios ha salvato quella che sarebbe rimasta l’unica palla break della frazione. Assai divertente il tie-break, in cui Murray, che, dopo lo 0-30 in avvio, aveva ceduto appena sei punti in undici turni di battuta, ne ha improvvisamente persi ben tre. Il giovane aussie ha avuto la sua grande chance quando, recuperato uno svantaggio di 0-2, si è trovato avanti 4-3 con due servizi a seguire. Li ha perduti entrambi, il primo su un fantastico lob di diritto di Murray, il secondo con un errore gratuito. Andy lo ha riammesso in partita commettendo il suo primo doppio fallo, ma poi Nick ha sbagliato una risposta e, sotto 6-5, è stato nuovamente scavalcato da un formidabile lob, stavolta di rovescio.
Nel terzo set si attendeva solo l’allungo inesorabile del campione olimpico in carica. Murray, in effetti, ha tolto il servizio al rivale al termine di un combattutissimo sesto gioco, salendo 4-2. Pareva finita, anche perché Kyrgios, fin lì, non si era mai conquistato neppure una palla break. Invece l’australiano, ormai alle corde, ha provato la reazione disperata, si è fiondato in avanti e ha ottenuto l’immediato controbreak, meritandosi l’ennesima ovazione. Mancata una palla del 4 pari, però, Nick ha di nuovo ceduto la battuta (al termine di un punto spettacolare) e stavolta, al servizio per il match, Murray non gli ha concesso alcuna possibilità, chiudendo la sfida con un bel diritto lungolinea vincente.
Andy si è dimostrato superiore sotto ogni aspetto: dai colpi vincenti (48 a 36) al minor numero di errori (28 a 38) e persino nel bilancio tra ace e doppi falli (13-1 contro 9-3). Insomma, un successo limpido per l’allievo di Amelie Mauresmo, che lungo quasi l’intera durata del confronto ha ridotto all’impotenza il ragazzo di Canberra nei propri turni di battuta, facendolo spesso sudare per tenere i suoi e disinnescandone l’esplosività. Per Kyrgios si conclude un torneo che resterà comunque scolpito nella sua memoria, e che lo ha eletto indiscusso beniamino delle folle aussie.
Murray contenderà un posto nel match clou a Tomas Berdych, impostosi oggi su Rafa Nadal. Sono dieci i precedenti head to head, con sei affermazioni del ceco a fronte delle sole quattro di Andy, che ha perso le ultime due volte (nel 2013 a Madrid e a Cincinnati). Il talento di Dunblane ha già disputato tre finali a Melbourne, uscendo sempre sconfitto, da Roger Federer nel 2010 e da Novak Djokovic nel 2011 e nel 2013. Il serbo lo batté, per 75 al terzo, anche nella semi del 2012, mentre l’anno scorso a fermarlo, nei quarti, era stato Fed-Ex.
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