MELBOURNE-TENNIS. Dal nostro inviato, Luigi Ansaloni
Ad un certo punto la Rod Laver Arena aveva iniziato ad assumere le sembianze del Philippe Chatrier parigino, pur senza colorarsi di rosso sangue come la terra. Garbine Muguruza, numero 24 del mondo, stava prendendo a pallate sua maestà Serena Wiilliams in manieta brutale, proprio come era successo in quel di Parigi, al Roland Garros, quando la spagnola nata in Venezuela aveva spazzato via l’allora campionessa in carica con un perentorio 6-2 6-2.
E proprio con un 6-2 si era ripartiti anche dall’altra parte del mondo, in Down Under (“Where women glow and men plunder”, cantavano gli immortali Men At Work, riproposti in loop continuo tra un set e l’altro). La cosa strana è che il pubblico nemmeno era impressionato più di tanto, come se si aspettassero da un momento all’altro la resa della Regina, presa di petto da una ragazzotta che aveva già dimostrato non solo di non aver nessun tipo di timore, ma che anzi quasi ci godeva a mangiare la pedina principale del gioco, in maniera quasi sadica. Garbina assaporava ogni colpo blasfemo, con lo sguardo cattivo e con quel sorriso da “Ops, i did it again!”. Solo che.
Solo che Melbourne non è Parigi, e che se Serena si mette in testa che non deve farsi battere, diciamo che spesso e volentieri ci riesce. Non sta giocando un gran torneo, la cinque volte vincitrice degli Australian Open (come lei stesso ha ricordato più volte, sottolineando che “qualsiasi cosa io faccia, cinque volte qui ci ho vinto”, con un immaginario “tiè” finale), ma tanto basta per respingere fino ad ora le ragazzine (e non solo loro: vero Maria?) che vorrebbero prendere il trono. E così facendo, remando e soffrendo, la Williams ha sistemato la bella Garbine e il suo sorriso quasi ghignescon con un 6-2 6-3 in realtà un filino bugiardo, visto che nel terzo set la spagnolo aveva subito avuto la possibilità di andare ben in avanti col punteggio, ma una voleè sciagurata l’ha poi tradita. La numero uno del mondo ha avuto anche un aiuto dal pubblico, che l’ha supportata nella rimonta (“mi avete commosso, mi avete aiutato dal profondo del mio cuore, ha detto la Williams a fine match) e che insomma, le ha fatto sentire tutto il proprio affetto. Non ci tenevano gli aussie, insomma, nel giorno della loro festa (oggi da queste parti è l’Australian Day) a perdere un altro protagonista dopo Federer. Adesso Serena avrà di fronte un’altra ragazza (non più ragazzina) sfrontata, quella Dominika Cibulkova finalista qui lo scorso anno. Fermare la Williams quando arriva a questo punto del torneo non è impresa facilissima, ma vedremo…
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