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Australian Open. Baghdatis, ennesima resurrezione down under: battuto Goffin

TENNIS – AUSTRALIAN OPEN – DI FABRIZIO FIDECARO – Marcos Baghdatis ha sconfitto il belga David Goffin con il punteggio di 61 64 46 60, qualificandosi per il terzo turno. Per l’ennesima volta il cipriota ha ritrovato il suo gioco migliore nello Slam down under, in cui fu finalista nove anni fa.

Tra Marcos Baghdatis e gli Australian Open si è instaurato un legame particolare, su questo ormai non vi sono dubbi. Qui il 29enne cipriota raggiunse nel 2006 la sua unica finale in uno Slam e anche negli anni seguenti si è ritagliato spesso i suoi momenti di gloria. Oggi ne ha aggiunto uno nuovo di zecca: il successo per 61 64 46 60 sul belga David Goffin, numero 20 del seeding, uno dei giocatori più caldi della seconda parte della stagione scorsa, che gli ha regalato l’accesso al terzo turno. Il suo bilancio aggiornato a Melbourne parla ora di 24 match vinti e solo 10 persi: basti notare come negli altri tre Major lo score reciti complessivamente un ben meno brillante 30-27 (Roland Garros 8-9, Wimbledon 17-9, appena 5-9 agli US Open, l’altro torneo sul duro).

Nel 2005, all’esordio nel Major down under, Baghdatis si spinse fino agli ottavi, battendo il compianto Federico Luzzi, Ivan Ljubicic e Tommy Robredo prima di arrendersi a Roger Federer. L’anno successivo fu quello del boom: Marcos arrivò a contendere il titolo allo stesso Fed-Ex, con il quale in finale si trovò addirittura avanti di un set per poi cedere 62 al quarto. Per approdare al match clou, l’allora ventenne cipriota eliminò, nell’ordine, Gimelstob, Stepanek, Gremelmayr e tre top ten di fila: Roddick (n. 3), Ljubicic (n. 8) e Nalbandian (n. 4). Con Stepanek, Ljubicic e Nalbandian si impose al quinto, e all’argentino rimontò uno svantaggio di due set a zero. Insomma, si trattò di una vera impresa, cui Baghdatis diede seguito qualche mese più tardi, piazzandosi in semifinale a Wimbledon e raggiungendo, nell’agosto successivo, un best ranking in ottava posizione Atp, unico tennista del suo Paese a fare breccia fra i top ten.

Viste le premesse, ci si attendeva una carriera di altissimo spessore per il ragazzo di Limassol, che invece, complice una serie di infortuni, non si è più ripetuto con continuità a quei livelli. In Melbourne, però, Marcos ha trovato spesso un’alleata fedele, capace di garantirgli vari exploit anche nei periodi meno fortunati. Nel 2008, per esempio, giunsero due belle affermazioni su Thomas Johansson e Marat Safin (guarda caso i protagonisti della finale di sei stagioni prima) prima di uno splendido match perso per 63 al quinto con Lleyton Hewitt. Nel 2009 un piazzamento negli ottavi, con successi su Benneteau, Soderling e Fish e un set strappato a Novak Djokovic. Nel 2010 una vittoriosa rimonta da zero set a due con David Ferrer e dodici mesi più tardi il successo su Juan Martin Del Potro,  pure al rientro dopo il primo lungo stop per i problemi ai polsi.

Nei momenti in cui i risultati proprio non arrivavano, a ogni modo, Baghdatis ha sempre avuto l’orgoglio di non darsi per vinto e l’umiltà di ripartire dai gradini più bassi del Tour. Nel 2014 ha frequentato il circuito Challenger, facendo sue le prove di Nottingham, Vancouver, Aptos e Ginevra. Agli Australian Open 2015 si è affacciato proveniente dalla finale persa con Ryan Harrison a Happy Valley. Ora, dopo il colpaccio con Goffin, lo attende una sfida ancor più dura, con la decima testa di serie Grigor Dimitrov. Logico che il bulgaro parta favorito, ma, si sa, a Melbourne contro Baghdatis non bisogna dare nulla per scontato…

 

Fabrizio Fidecaro

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