TENNIS – Di Valentina Clemente
Sono passati dieci giorni intensi dalla domenica della finale di Coppa Davis, eppure in Francia le critiche non si sono spente. Anzi, con il passare delle ore sono pure aumentate e quel che più sorprende è che gli attacchi più infidi sono giunti dall’interno, ovvero dai protagonisti (passati e presenti) del movimento tennistico transalpino.
Quel senso di unità ostentato prima della competizione, si è sgretolato sotto le accuse e soprattutto attraverso la candidatura non richiesta di Yannick Noah a cui la federazione ha in qualche modo risposto prolungando di altri due anni la guida di Arnaud Clement.
Proprio il capitano della Davis ha cercato nella giornata di ieri di rimettere ancora una volta le cose in chiaro, tentando di analizzare a freddo problemi, accuse e speranze: «Bisogna sempre porsi delle domande sia quando si vince e si perde, ma non accetto accuse gratuite”.
Clement si riferiva alle dichiarazioni di Noah, rilasciate nella giornata di lunedi’, che sono state tutto fuorché leggere: «Non è stata la sua idea di prendere il mio posto che mi ha fatto male, ma piuttosto il fatto che abbia giudicato negativamente la preparazione e i tre giorni di gara, perché lui non era né a Bordeaux né a Lille».
Parole dure ma ferme da parte del capitano di Coppa Davis che ha poi proseguito: «Come si può emettere un giudizio quando non si è sul posto? Io lo rispetto, l’ho sempre rispettato, con tutto quello che ha vinto, ma non ho gradito le sue parole perché le ho prese come un attacco personale e contro i giocatori. Io non posso accettarle perché c’erano cose non vere nelle sue dichiarazioni e spero che potremo confrontarci al più presto per chiarire la situazione, alla fine penso che la sua presenza sia sempre importante per la squadra».
Due sono i nodi da sciogliere per Clement in questo frangente, da trattare con diversa priorità: «Personalmente credo che sia necessario lasciare raffreddare le cose. Gli svizzeri hanno vinto in quanto migliori e per il momento siamo lontani dal loro livello e la mia riflessione partirà proprio di questo. Jo ha avuto un problema un mese e mezzo prima dello stage e il dolore si è poi si è riacutizzato a Lille. Lui aveva iniziato lo stage prima degli altri e si sentiva bene, se non fosse stato al 100% non lo avrei mai schierato. Quando è sceso in campo contro Wawrinka non aveva male ed è per questo che doveva essere lui a giocare il doppio. Poi il dolore è tornato a farsi sentire nell’allenamento di sabato mattina ed ho preferito lasciarlo a riposo».
«La comunicazione non è stata perfetta su Tsonga – ha proseguito il francese – ma bisogna mettere fine alle polemiche perché non si possono mettere a confronto i match di Davis e le esibizioni a cui sta partecipando Jo in questo momento».
Clement vuole restare positivo e sollevare i suoi uomini da colpe inutili: «Per battere gli svizzeri dovevamo fare un exploit ad ogni match e Monfils è stato l’unico a farlo. Lo spirito di squadra è importante in queste occasioni, ma non è l’unica chiave per la vittoria e dobbiamo lavorare per migliorare. Sono sicuro che tutti saranno ancora disponibili il prossimo anno, ma per ora sono in vacanza e sono contento che abbiano il tempo di digerire la sconfitta in modo adeguato».
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