TENNIS – QUIET PLEASE! – Nadal mette le mani avanti: “Non sarò più quello del 2013”. Intanto torna ad allenarsi dopo i problemi al polso, alla schiena e l’appendicite che lo ha costretto a saltare il Master di fine anno. “Ho ancora due anni di carriera davanti a me”, afferma il maiorchino. Saranno davvero solo due?
Il 2014 di Rafa Nadal non è iniziato troppo bene: in corsa per lo Slam australiano ha disputato una finale a metà, per un set e mezzo messo sotto da un grande Wawrinka e dalla fine del secondo parziale messo k.o. anche da un problema alla schiena che lo ha addirittura spinto alle lacrime durante la premiazione finale. Finisce come aveva iniziato lo spagnolo, in infermeria. Dopo un’operazione all’appendice che gli ha permesso di riprendere gli allenamenti (dopo Basilea) soltanto questa settimana.
In mezzo c’è stato un problema al polso che lo ha tenuto fuori per tutta la stagione estiva americana, US Open compresi. L’unica vera gioia di questa stagione rimane la terra: sempre la terra. Naturalmente la preparazione di Rafa punta ad essere al 100% durante la primavera europea ma è un fatto che difficilmente (se non proprio mai) Nadal ha avuto problemi fisici prima o durante il Roland Garros e infatti i risultati parlano chiaramente. C’è un feeling con quella superficie che va al di là di tutto, oltre al chiaro margine sugli che lo contraddistingue sulla terra battuta.
“Il 2013 è irripetibile. Il 2013 non tornerà”. Sono parole laconiche e chiare quelle di Rafa, ormai molto più consapevole di sé e del proprio fisico. “Ho ancora due anni di professionismo davanti. Devo provare a competere al massimo rimanendo sano, quest’anno i tanti infortuni non mi hanno permesso di trovare il ritmo necessario a me per essere me stesso in campo. L’obiettivo per la prossima stagione è che non accada ancora”, rivela il maiorchino a Marca.
Due anni. Detta così, Nadal pare avere intrapreso l’idea di Federer e cioè di arrivare a Rio 2016, almeno ad altissimi livelli, quelli che gli competono. Nel 2016 Rafa avrebbe 30 anni e in effetti qualche anno fa una frase di Nadal fece presumere che i 30 sarebbero stati l’epilogo: “Non mi vedo a giocare e ad andare in giro per il mondo da trentenne”. Un campione precoce difficilmente è anche molto longevo. E infatti Rafa ha già iniziato a pensare al futuro, aprendo a Maiorca la sua accademia di tennis, per formare le generazioni di domani, a modo suo.
In questi due anni, però, lui esclude un dominio o un anno eccezionale come il 2013: che sia stato davvero l’ultimo da cannibale? A Rafa, troppo modesto, si deve credere a metà su queste cose. Ma certo a 28 anni e con tutti gli acciacchi avuti non sarebbe semplice. Quindi è da Nadal.
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