TENNIS – QUIET PLEASE! – José Perlas, allenatore di Fabio Fognini, spiega la stagione 2014 dell’azzurro e individua nella partita contro Murray a Napoli di Coppa Davis un punto di svolta (non positiva) per Fabio: quello che occorre fare adesso, dice Perlas, è tornare alla base e ripartire. Come?
Deve essere una persona paziente, José Perlas. Allenatore prima di Almagro e poi di Fognini, tra gli altri, ha fatto mostra negli anni delle doti da mediatore e di padre-allenatore.
Ancora oggi, dopo una stagione complicata per Fabio, siede sulla sua panchina e con lui programma il prossimo anno; bravo Fognini ad affidarsi ancora a lui, che pare avere chiara la situazione:
“L’anno scorso durante le vacanze di Natale Fabio si è fatto male giochicchiando in maniera tranquilla a tennis, non si è realmente capito come. Abbiamo visto il dottore, è andato a Chennai e si è aggravato, ponderato se andare in Australia e alla fine siamo andati. Man mano che passavano i giorni le cose andavano meglio: ha giocato una grande partita contro Querrey, l’ha vinta, poi contro Djokovic ha sentito di non avere la fiducia e la forza di provare a fare partita… ed è finita come sappiamo, è andata via facilmente”.
La terra battuta è la superficie di Fabio, senza dubbio, Perlas ci spiega perché:
“E’ una superficie che ti permette di costruire il punto e Fabio che è molto equilibrato nei fondamentali ha tempo per preparare bene ed affondare. E poi ci prepariamo sempre perché a quel punto la forma sia perfetta”.
Senza alcun dubbio la partita più bella di Fognini nel 2014 è stata quella contro Murray sulla terra battuta di Napoli nei quarti di finale della Coppa Davis. Per il suo allenatore, però, quella rappresenta un punto di non ritorno per l’azzurro nella sua stagione:
“C’è un prima e dopo quella partita; prima era tutto più semplice, dopo si è fatto tutto molto complicato, opprimente. Fabio a quel punto è stato completamente travolto da aspettative e pressione. Si crea quindi un dislivello tra quello che puoi essere e quello che gli altri vorrebbero tu fossi. E questa cosa, tra altri acciacchi e piccoli problemini, si è trascinata e allargata a macchia d’olio fino alla fine della stagione. E’ successo a Montecarlo, è successo a Roma, la cosa si è sempre più ingigantita dentro di lui”.
E quando questo accade, cosa si fa? José Perlas non ha dubbi:
“Si rimane aggrappati alle proprie certezze: la famiglia, le persone vicine, il proprio team. La tempesta deve passare e tu devi rimanere in piedi aggrappato a tutto questo. Le persone vicine devono saperti ascoltare e capire questa cosa, è molto importante che lo si faccia con serenità”.
Per la prossima stagione dunque Fognini ha un obiettivo chiaro: ripartire da zero.
“Un passo alla volta. E’ quello che fai quando scali la montagna: ti tieni forte e fai un passo alla volta, la tempesta poi passa. Dobbiamo tornare a quel punto in cui la fiducia e la forma coincidano e non aspettarci più di quel che dobbiamo. La fortuna è che quella fase è già stata vissuta, quando arriverà, saprà e sapremo riconoscerla. E tornare a ripercorrere il sentiero”.
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