TENNIS – Fabio Fognini si è concesso in un’intervista per la Gazzetta dello Sport dove ha toccato diversi momenti del suo 2014. Un anno a due volti, con i primi mesi in cui ha fatto sognare milioni di appassionati italiani nella speranza di riavere un giocatore tra i primi 10 del mondo.
«Voglio guardare il bicchiere mezzo pieno: sono arrivato a 150 punti dai “top ten”, e ho chiuso la seconda stagione consecutiva fra i primi 20. In definitiva, è stata una stagione bella al 50%». Al 50%, già, perché purtoppo da Montercarlo in poi l’incantesimo si è spezzato, in particolare da un momento nel match che stava gestendo con bravura contro Jo Wilfried Tsonga. 7-5 3-4 30-0 quando una chiamata sbagliata del giudice di linea lo ha mandato su tutte le furie fino a cedere set e partita in breve. Non è lì però che Fabio pensa di aver combinato il definitivo pata-track. «Se devo individuare il torneo dove veramente c’è stata la svolta della stagione, dico New York. Sapevo che era un’occasione». In quella circostanza perse rovinosamente al secondo turno da Adrian Mannarino dicendosi ampiamente deluso da se stesso in conferenza stampa. Da lì ha come staccato mentalmente, con un weekend difficile in Coppa Davis contro la Svizzera futura vincitrice e diverse sconfitte inattese come quella da Lucas Pouille («Non è questione di classifica: quel francese è giovane ed è forte, ne sentiremo parlare. È stata una brutta sconfitta in una lista bella lunga» ha detto) e soprattutto da Chuhan Wang, n. 553 del mondo («Sì, forse quella è stata la partita dove ho giocato davvero male male» ha commentato a riguardo). In mezzo a tutto ciò, diversi episodi negativi come l’espressione rivolta a Krajinovic di cui ancora Fabio vorrebbe scusarsi: «Mi è dispiaciuta soprattutto quella parola sbagliata con Krajinovic. Perché non sono io, non sono razzista. È stato un sfogo del momento, sbagliato, che è stato subito riportato ed amplificato moltissimo».
Ora però guarda al futuro e vuole essere ottimista, augurandosi una stagione positiva e continua con accanto, sempre, la sua fidanzata Flavia Pennetta: «Flavia è molto importante, mi capisce meglio di tutti perché anche lei vive le mie stesse situazioni. La nostra è una bella storia. Magari abbiamo programmazioni diverse di tornei, ma adesso per esempio, siamo insieme, qui a Milano. Non siamo perfetti, ma siamo felici». Poi ancora: «Devo imparare da lei a gestire momenti difficili come uno scadimento di forma. Lei l’ha fatto, al Masters B di Sofia, dov’è arrivata stanca, ma ha saputo giocare comunque al massimo. Io ho tanti anni davanti a me, e devo riuscirci». Riuscirà in questo suo buon proposito per l’anno nuovo?
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