TENNIS – Di Gianluca Atlante
Il tennis italiano va in vacanza con tanti dubbi e poche certezze. Queste ultime, siamo onesti, si contano sulle dita di una sola mano e sono facilmente ricollegabili alla voglia ancora di stupire di Flavia Pennetta, al riscatto che, crediamo, nutra dentro di sé Sara Errani, alla verve agonistica di Camila Giorgi, il solo ed unico futuro che avanza, almeno al momento, ed al talento birichino di Fabio Fognini, che dopo aver litigato con il mondo intero avrà modo e tempo, coccolato dalla “sua” Flavia, di meditare su quanto vorrà fare da grande.
I fidanzatini d’Italia hanno chiuso il loro percorso in maniera differente: Fabio prendendo a mali parole il povero Carlos Bernardes a Parigi Bercy, al termine del suo ennesimo sciagurato esordio (il secondo turno per via di un Bye) senza gloria in giro per il mondo, Flavia arrivando in finale nel “masterino” della Wta a Sofia, che le ha permesso di chiudere la stagione da numero uno d’Italia e, con tutto il rispetto per la nostra veterana, la cosa deve far riflettere. Noi lo abbiamo fatto, dando un’occhiata alle classifiche redatte questa mattina da Atp e Wta. Soprattutto a quella femminile, perché per il nostro domani, duole dirlo, non v’è certezza alcuna. Per carità, le solite note sono lì, a far bella mostra di sé con una classifica anche accettabile, ma il futuro che avanza è legato, almeno al momento, alle “lune” di Camila Giorgi e di suo papà Sergio. Lo abbiamo detto più volte, ma non ci stancheremo mai di ripeterlo: Camila gioca benissimo a tennis, ma per abitare stabilmente nei quartieri alti, c’è bisogno di altro e questo o lo si eredita o, magari, lo si costruisce ascoltando chi ha da insegnarti realmente qualcosa e non restando a mo’ di tre scimmiette, sordi, muti e ciechi di fronte alle evidenze che il campo ti regala quotidianamente.
Dicevamo della Giorgi, perché dietro di lei, la Barbieri che è una classe ’91, è soltanto numero 200 del mondo, la Burnett (classe ’92), di cui si sono perse le tracce non per causa sua ma del’infortunio al gomito che la tiene fuori da fine Maggio, 237 e questa Jasmine Paolini, classe ’96, di cui molti parlano bene, addirittura 327 con l’aggravante, in stagione, di aver saltato cinque mesi a causa di un infortunio alla schiena. In campo maschile, non stiamo meglio, assolutamente. Legati alle “lune” di Fognini e speranzosi, un giorno, di vedere Gianluigi Quinzi, polso a parte, fare quel salto di qualità che in molti auspicano da sempre. Ma, come nel caso della Giorgi, anche in questo caso, duole dirlo, ci sono di mezzo fattori esterni non dipendenti, crediamo, dalla volontà dell’atleta stesso. Riconducibili a scelte quantomeno discutibili che, sulla base, poi, di quanto accaduto, si sono rivelate non proprio azzeccate. Detta in parole povere, Quinzi è indietro rispetto a coetanei, o giù di lì, sonoramente presi a pallate in età scolare e sarebbe opportuno che, proprio perché è la sua pelle a pagare in prima persona, cominciasse a fare di testa sua, trovando modo e tempo per camminare con le proprie di gambe.
In conclusione, al di là del Career Slam delle Cichi, della prima parte di stagione di Fognini, della straordinaria voglia di stupire di Flavia Pennetta e delle impennate di Camila Giorgi, i dubbi restano e con questi andiamo in vacanza con la speranza che, una sana meditazione lontano dal nostro amato Stivale, possa portare a soluzioni utili.
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