TENNIS – Dalla nostra inviata a Parigi Bercy Valentina Clemente
Novak Djokovic si conferma re del Masters di Bercy contro un Milos Raonic deludente e quasi impaurito di fronte al numero uno del mondo. Di certo con un avvio di potenza e precisione, il serbo ha voluto far intendere sin dai primi scambi le sue intenzioni, ma a deludere è stata soprattutto la reazione del canadese, fotocopia sbiadita di se stesso e capace di farsi rifilare un 6-2, 6-3 senza veramente mai entrare in partita.
“Sono riuscito a rispondere bene e a tenere il mio servizio – ha dichiarato Nole a fine match – e queste sono me sono state le chiavi della partita. Anche la breve crisi che ho avuto, fortunatamente non è durata a lungo e questo mi ha permesso di chiudere senza problemi l’incontro”.
Unico vero brivido del match è stato sul 5-2 nel secondo set, quando Djokovic ha fatto chiamare il fisioterapista per una scivolata troppo lunga: “Nel gioco precedente ero andato troppo lontano per recuperare una palla.e questo mi ha fatto sentire una sensazione strana lungo tutto la gamba ed è per questo che ho fatto chiamare il tranier e per fortuna il suo aiuto ha rimesso le cose a posto”.
La vittoria del torneo ovviamente è un’ipoteca importante per il numero 1 a fine anno, anche se a Londra sarà battaglia vera: “Aver disputato questo torneo mi aiuta per il Masters di fine anno e per la ‘lotta finale’, ma è chiaro che non posso aver alcun impatto sulle partite di Roger, posso solo lavorare su le stesso”.
Tra le pecche odierne di Raonic un servizio non all’altezza delle aspettative, anche se per lui il merito è stato piuttosto del suo avversario: “Ci sono diversi fattori da analizzare: è vero che contro Federer ho servito meglio, ma a fare la vera differenza dal mio punto di vista oggi è stato Novak, capace di arrivare su tutte le palle, sia nel servizio, sia negli scambi, indipendentemente dalla lunghezza dello scambio. Questo ha aumentato la pressione e mi ha spinto a servire di più sulle linee e non è stato facile raggiungere la precisione che avrei voluto”.
“Ho cercato d’essere aggressivo – ha concluso il canadese – ma lui è riuscito sempre a rispondere in maniera profonda e non mi ha lasciato molte opportunità. Anche quando ho avuto le palle break, lui è riuscito sempre a neutralizzarle, mi ha reso la vita impossibile. In realtà più che le qualità di Novak a fare la differenza sono state le mancanze di Milos, perché il serbo ha giustamente messo a segno una vittoria a portata di mano, di fronte ad un canadese forse rimasto in quest’occasione mentalmente negli spogliatoi.
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