TENNIS – Di Davide Bencini
LONDRA. Dopo le difficoltà iniziali contro Kei Nishikori, torna il sorriso ad Andy Murray che si riscatta nel secondo match del gruppo B del Master battendo Milos Raonic in due set.
6-3 7-5 il punteggio finale in favore dello scozzese, che raggiunge il giapponese a quota una vittoria ed una sconfitta ed ora è in corsa per la qualificazione alla semifinale, ma ha comunque bisogno di un’impresa per battere Roger Federer (che con questo risultato non è ancora tra i migliori quattro del torneo) e sperare che Nishikori stesso non superi Raonic per scongiurare un arrivo con tre giocatori a pari. Il ricordo del Master 2009, quando fu eliminato per un solo game di differenza rispetto a Del Potro e tre rispetto a Federer, non è ancora del tutto rimosso dalla sua mente e da quella degli spettatori che accorreranno a tifarlo. Per quello che riguarda il canadese, invece, c’è ancora speranza di passare il girone, ma ha bisogno di battere in due set Nishikori e sperare che Federer faccia lo stesso con Murray. A quel punto si conteranno i game.
Continua la serie dei 2 set a zero nei singolari di queste Finals che ancora cercano dei top player alternativi ai due nomi in cima alla lista. Ci si chiedeva che risposta avrebbe dato Murray stasera dopo la scoppola rimediata contro Nishikori nella prima giornata e francamente non è che si possa essere soddisfatti del risultato, neanche a essere più scozzesi di William Wallace.
Perché la verità è che Murray un Raonic così dovrebbe mangiarselo vivo e non rischiare di impelagarsi in un pericoloso tie break che lo porterebbe, probabilmente cotto, a un incerto terzo set. Perché il Murray visto fin qui è il fratello brutto e lento visto nella prima parte dell’anno, che tenta a tutti i costi di ritrovare un gioco rimasto a Londra l’anno scorso (in un’altra stagione…) e che forse si è spremuto come un limone proprio per arrivare a giocarsi questo appuntamento.
Un Murray che serve le seconde a 125 all’ora certo non è una novità. Ma un Murray che si fa riprendere un break di vantaggio con il gioco in mano e che perde uno scambio ogni due sulle seconde di un Raonic che stasera non metteva la prima, nemmeno se gli regalavano un pandoro a ogni turno di servizio, francamente fa quasi tenerezza. Il canadese, senza la prima e a giocarsela da fondo, malgrado tutti i progressi fatti quest’anno, non vale Murray, non vale Federer, non vale Nishikori e non vale alcuno degli altri 4 dell’altro girone. Eppure lo scozzese è riuscito a tenerlo in partita, pareggiando gli errori di quello pettinato come Big Jim e ridendo di tanto in tanto di se stesso come se gli stessero raccontando le barzellette sui Carabinieri.
Ci si aspetterebbe che questo torneo fornisca il meglio del meglio, eppure a volte il tennis è davvero atroce. Soprattutto da vedere. Perché un match così, a meno che a un certo punto Mansour Bahrami e Santoro non usurpino il campo, si spera solo che possa finire presto: con un Murray a tratti soporifero e con un Raonic che, a parte tre game nel secondo set, al posto della racchetta stasera aveva portato alla O2 Arena il fucile spara-magliette, scartabellando dritti in ogni dove tranne che in campo per tutto il match.
Murray fa un passo avanti nella classifica del girone, ma per competere a più altri piani ci vorrà ben altro. Lo svizzero oggi aveva affermato che su una superficie così il servizio ha meno impatto e che il tennis diventa un gioco di puro movimento. Una combinazione che, in una serata dove Milos nel primo set metteva il 38% di prime, doveva permettere al vampiro scozzese di veleggiare verso un comodo doppio 6/2: invece Andy forse potrà ritenersi fortunato stasera anche solo ad aver vinto in due set, visto come rischiava di mettersi il secondo parziale.
Raonic nel frattempo resta ancora intrappolato nell’emozione della prima volta, con l’aria un po’ del pivello in viaggio premio e un po’ di chi si aspetta da un momento all’altro l’ingresso del Supervisor che lo informa di un errore negli inviti, e che al suo posto deve giocare Gasquet…
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