TENNIS – DALL’INVIATO A LONDRA FABRIZIO FIDECARO – Preview dell’attesissima finale delle Atp World Tour Finals tra il numero uno del mondo Novak Djokovic e il numero due Roger Federer.
La finale più attesa andrà in scena alla O2 Arena tra qualche ora. Novak Djokovic contro Roger Federer, il numero uno del mondo contro il numero due, in totale otto stagioni concluse al primo posto del ranking Atp (tre il serbo, cinque l’elvetico), ventiquattro titoli Slam (sette a diciassette) e nove trofei alle Atp World Tour Finals (tre a sei). Quest’ultimo dato sarà da aggiornare stasera, dato che, chiunque vinca, la somma dei loro centri nel torneo dei maestri salirà inevitabilmente a dieci.
Sarà il 37esimo capitolo di una rivalità cominciata nel 2006, che ha visto ovviamente partire in vantaggio il fuoriclasse di Basilea, all’epoca già re del tennis mentre il serbo, appena 19enne, stava ancora cominciando ad affacciarsi sui palcoscenici più importanti. Fed-Ex ha prevalso nelle prime quattro sfide, ma Nole lo ha battuto già ai Canadian Open del 2007. Il massimo distacco per Roger nel bilancio degli head to head si è avuto a fine 2010, sul tredici a sei.
Dalla stagione successiva, quella monstre del ragazzo di Belgrado, il divario si è via via assottigliato, ma Nole non è mai riuscito a operare l’aggancio. Anzi, quest’anno è stato Federer a rimettere la testa avanti, aggiudicandosi tre delle cinque sfide e fissando il computo provvisorio degli head to head sul diciannove a diciassette in suo favore.
A Londra i due sono stati ingiocabili nei rispettivi round robin: tredici game concessi agli avversari in tre match dallo svizzero, addirittura solo nove dal serbo. Poi, in semifinale, sono giunti i problemi. Seri ma comunque tenuti abbastanza sotto controllo per Nole, che ha ceduto un set al combattivo Kei Nishikori, il quale ha avuto anche a disposizione due palle break di fila in avvio del terzo. Quasi insormontabii per Roger, che è stato messo sotto per gran parte del match da Stan Wawrinka, restando a lungo sull’orlo del baratro. Poi il 29enne di Losanna si è ritrovato vittima delle sue stesse fobie, non ha concretizzato quattro matchpoint e l’illustre connazionale si è salvato al tie-break decisivo.
Ovvio che il peso della semi serale con il compagno di Davis non potrà non farsi sentire sulle spalle di Federer, che è in forma fisica invidiabile, ma ha pur sempre trentatré anni. L’elvetico ha vinto l’ultimo confronto diretto con il serbo a Shanghai, ma lì il campo era più rapido rispetto a quello della O2 Arena. Qui Djokovic ha dimostrato di essere in grado di recuperare pressoché qualsiasi colpo, e dover fare ogni punto per tre o quattro volte è una condizione che non può certo aiutare Roger. Il quale dovrà cercare di abbreviare gli scambi, cercare la rete, andare coraggiosamente a fronteggiare i temibili passanti dell’avversario. Difficile, altrimenti, pensare che abbia grosse chance di prevalere. Nole favorito, insomma, ma la storia ci ha insegnato a più riprese a non dare mai per morto l’intramontabile rossocrociato.
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