TENNIS – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Toni Nadal rilascia un’altra intervista nella quale parla del proprio futuro: «Potrei lasciare molto presto, il mio addio è vicino», dice lo zio. E il futuro di Rafa? Sarà senza la sua guida? Cercherà un altro allenatore o tra infortuni e mancanza di una guida solida come quella dello zio si ritirerà anche lui presto?
Dopo le polemiche con Gala Leon, nuovo capitano di Davis spagnolo, rea di essere una donna e non esattamente una leggenda dello sport iberico, il conservatore Toni Nadal, lo zio più famoso del circuito, torna a far parlare di sé. Questa volta però è una confessione a un sito spagnolo:
«Il mio rapporto con Rafa è cambiato nel corso del tempo, come è normale che sia. Crescendo si cambia e così succede anche ai rapporti. Rafa era più dipendente da me prima, ora è un uomo e pensa e agisce secondo se stesso, è responsabile come gli ho sempre insegnato ad essere».
Una cosa positiva e giusta, una cosa che in passato anche Roger Federer notò, quando riservò una frecciatina non indifferente e rara a un Rafa che si lamentava di alcune cose nel circuito e della guida dello stesso svizzero nel Council. Roger disse “ha imparato a pensare da solo” ed evidentemente non aveva tutti i torti.
Il cordone ombelicale si sta staccando, anche se lo zio ammette:
«Senza di me Rafa non sarebbe mai diventato un tennista, farebbe il calciatore. Però ci ha sempre messo passione, è la cosa che più di ogni altra lo ha portato avanti».
La vera notizia però riguarda il fatto che lo zio Toni starebbe accarezzando l’idea di lasciare presto, molto presto, prima del ritiro del suo protetto: «Non sono neanche interessato ad allenare altri. Mi piace seguire fin da bambino, perché è lì che veramente forgi un giocatore».
La domanda dunque sorge spontanea così come i legittimi dubbi degli appassionati: se Rafa è tennista grazie allo zio Toni, continuerà ad esserlo anche senza? E per quanto?
Assumere un altro allenatore è una possibilità remota, al momento. Il clan Nadal è sempre stato riservato alle stesse persone e rivoluzionare gioco e pensieri tennistici alle soglie dei trent’anni, non avendolo mai fatto prima, appare improbabile.
Gestirsi da solo? Forse. Che poi riesca, tra i consigli e l’assistenza di Roig e qualcun altro, è da verificare. Rafa, tormentato da infortuni e difficoltà, con l’addio dello zio dalla propria panchina potrebbe essere spinto ad un addio anticipato anche lui? E’ una possibilità che non si può escludere.
Soprattutto una domanda che non ci si può non fare.
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