TENNIS – QUIET PLEASE! – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Federer si confessa a SRF: «Voglio giocare Basilea, Bercy, il Master e la finale di Davis, ma vedremo come mi sento. Il numero uno? Certo sarebbe sorprendente ma so che posso fare bene se sto bene»
Roger Federer è a Basilea. A casa sua, eppure ospite.
Per il secondo anno consecutivo arriva in Svizzera in ottobre senza un contratto con il torneo, troppi dissapori e disaccordi con l’altro Roger, Brennwald, che ha preferito dare i suoi soldi a Nadal, credendo di fare un dispetto allo svizzero, che partecipa comunque. Lo scorso anno arrivò dopo una stagione terribile, problemi alla schiena, fiducia sotto i piedi; arrivò in finale e un’ovazione durata cinque minuti buoni lo commosse, accanto al vittorioso Juan Martin Del Potro.
Si presenta a casa dopo la vittoria di Shanghai, ospite degli studi di SRF a cui concede un’intervista a cuore aperto:
«Tutto corre così in fretta: una settimana fa ero a Shanghai, ora sono qui, dove torno sempre dal 2000. Non soffro il jet leg, a dire il vero ho così tante cose da fare che non ho proprio tempo di pensare al jet leg! (risata) Ma mi stanco ogni tanto, mi son reso conto settimana scorsa, così ho rallentato un po’ con gli allenamenti. Devo gestire bene le prossime settimane»
«Fin qui è stato un anno soddisfacente, quella partita a Shanghai contro Mayer nella quale ho salvato match point in maniera così fortunata… e poi ho vinto il titolo. Ma durante la stagione ci sono stati momenti sfortunati, momenti in cui lottare non è bastato. Il segreto è comunque credere nella vittoria. Sempre».
«La cosa più difficile nel tennis? Per me è arrivare al top: non sai cosa ti aspetta, come lo gestirai. Una volta che invece ci sei dentro da un po’ è più facile. Certo non quando hai infortuni, in quel caso personalmente non avendo molta esperienza non conoscevo il margine che mi restava contro il mio avversario, se fosse abbastanza o meno e quindi subentra anche l’incertezza. Anche quella che riguarda giocare o meno, sei sempre indeciso sul da farsi.»
«Se fossi speranzoso ad inizio anno di arrivare alle porte della prima posizione mondiale? Be’, so che quando sto bene non ci sono limiti, ci sono possibilità, quindi perché no? La cosa che più mi importava e mi importa è di rimanere in salute, recuperare bene, mantenermi in forma e sono orgoglioso del modo in cui ci sono riuscito.»
E poi la domanda del momento, quella che tutti si fanno: riuscirà Roger a giocare Basilea, Bercy, Londra e la finale di Davis? Risposta eloquente:
«Sì che posso! Però vedremo come vanno le cose. Adesso iniziamo Basilea mercoledì: se va bene, giocherò 5 giorni di fila. Poi bisognerà vedere come mi sento, è ovvio che la priorità sono Londra e la finale di Davis ma ho possibilità di guadagnare punti a Parigi. Mi sento comunque fresco, riposato, ma prendo decisioni settimana dopo settimana.»
«Molti si sono chiesti se barassi nelle foto che ho postato mentre mi allenavo su terra? E che bisogno ho di barare? No, non ho bisogno di alcun trucco. E’ importante che non perda confidenza anche con la terra.»
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