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L'Atlante degli italiani / Ve lo ricordate Coric? Nel 2012 perse nettamente da Quinzi al Bonfiglio

TENNIS – Di Gianluca Atlante

L’assist, questa volta, ce lo fornisce una scena de “Il Marchese del Grillo”, quando “Sua Eccellenza” si rifiuta di pagare Aronne Piperno, l’ebanista: «Tu sei giudeo e i tuoi antenati hanno fabbricato la croce per nostro signore Gesù Cristo: posso essere ancora un po’ incazzato per questa cosa?».

Voi direte, ma cosa centra? Centra, eccome se centra. Lo siamo anche noi un po’ incazzati. Lo siamo da amanti del tennis e da figli, e non tifosi da stadio di questo nostro amato Paese. Lo siamo ancora di più dopo aver visto il croato, Borna Coric, che il prossimo 14 novembre compirà 18 anni, rifilare un perentorio 6/2 7/6 a Rafael Nadal, numero tre del mondo e giocatore, che seppur in condizioni non ottimali per via dell’appendicite, resta pur sempre un assoluto campione. Il tutto, nei quarti di finale del torneo di Basilea. E cosa centra Coric con il nostro tennis? Nel maggio del 2012, precisamente il 28, il nostro Gianluigi Quinzi, che ha soltanto nove mesi in più (compirà 19 anni il prossimo 1 febbraio) del croato, lasciò la miseria di un gioco al tennista croato nella semifinale del trofeo Bonfiglio, torneo che poi l’azzurro avrebbe finito per vincere. Sono passati due anni e cinque mesi da quella data. Coric, oggi, si permette il lusso di battere Nadal e di giocare in Coppa Davis, mentre Quinzi è appena rientrato da un brutto infortunio al polso e la sua crescita, quest anno, ha subito una brusca sterzata. Due anni e cinque mesi fa, Coric faceva la parte dello sparring partner al Tennis Club Milano, oggi fa a pallate con Nadal e ne esce vincitore. Possiamo essere un po’ incazzati o no? Lo siamo, perché il croato gioca in Davis, Quinzi viene obbligato a giocare la Coppa Valerio. Il croato è avviato ad entrare nel club dei grandi, o comunque a viaggiare comodamente tra Challenger e Atp, l’azzurro a meditare sulla 373esima posizione del ranking e su scelte, obbligate o no, che fanno quantomeno discutere. E Quinzi è il nostro miglior prodotto. Quanto di meglio si profila all’orizzonte. Un po’ come la Giorgi, “made” in papà Sergio e qui ci fermiamo. Perché, come disse il Marchese del Grillo ad Aronne Piperno l’ebanista: «Posso essere ancora un po’ incazzato per questa cosa?».

Detto questo, ci sembra giusto ed opportuno ringraziare comunque le “Cichi”, alias Sara Errani e Roberta Vinci, per la vittoria in doppio a Wimbledon e il conseguente Career Slam. Da quel momento, però, più nulla. Con la pillola amara di un Masters di Singapore durato soltanto tre giochi per via del problema al costato che sta affliggendo la Errani. Una maledizione quella del Masters, l’unico trofeo che manca alla bacheca delle nostre giocatrici. L’anno però lo chiuderanno in vetta alla classifica e, forse, può bastare. Forse…

 

Gianluca Atlante

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