TENNIS – Dalla nostra inviata a Bercy Valentina Clemente
Il Masters di Parigi Bercy e la finale di Coppa Davis sono due fili che s’intrecciano in maniera ossessiva nelle menti dei giocatori francesi e svizzeri, viste le ambizioni casalinghe dei primi e gli obiettivi a breve e lungo termine dei secondi.
Ad esemplificare un contesto piuttosto nebuloso c’è la situazione di Gael Monfils, autore di una vittoria consistente contro Joao Sousa, ma bravissimo a confondere le carte in tavola rispetto al suo stato di salute e ai suoi obiettivi.
Già la giornata era stata piena di dubbi rispetto alla sua partecipazione al torneo, per preservarsi al meglio in vista della finale di Lille, ma alla fine il direttore del torneo Guy Forget pare abbia saputo usare le parole giuste per convincere il suo connazionale a non abbandonare il campo senza tentare.
«Ho giocato più per il pubblico che per me stesso – ha confidato Monfils nel post gara –, per dimostrare che sto bene e non far preoccupare la persone che mi seguono. La vittoria e il match sono un ulteriore passo in avanti nel mio recupero, soprattutto perché mi sono allenato solamente tre giorni».
«Ho parlato con Guy – ha proseguito il francese – e lui ha fatto di tutto per convincermi. Stare cinque settimane fermo e poi trovarsi a disputare un Masters non è facile. Mi piace giocare e visto come stanno le cose a questo punto faro’ di tutto per arrivare in fondo. Lo so che è strano fare una dichiarazione del genere, visto quello che ho detto prima rispetto al poco allenamento, ma cerchero’ di dare tutto in campo».
Dichiarazioni ‘contraddittorie’ per Monfils, ma che rendono ben chiara la situazione lato transalpino: i francesi non possono rinunciare a Bercy perché l’attesa per un torneo casalingo è sempre alta, ma allo stesso tempo in vista della finale di Coppa Davis bisogna rafforzare il legame con il pubblico che, sugli spalti, puo’ fare la differenza. Pero’ dall’altra bisogna fare attenzione, perché anche se il ginocchio è in ripresa, rischiare di perdere una finale che la storia descrive già epica, sarebbe davvero un colpo duro per LaMonf.
«E’ chiaro che quello che più conta in questo momento è la preparazione e per il 90% dei giocatori è necessario scendere in campo per completarla con delle sensazioni reali. Io forse faccio parte di quel 10% a cui basta l’allenamento puro per constatare il proprio livello. In ogni caso è chiaro che la pressione che avro’ a Lille, sarà molto più alta di quella che sto vivendo ora».
«Il vero lavoro – ha concluso Monfils – inizierà la prossima settimana, quando inizieremo ad allenarci su terra battuta e la pressione inizierà a salire. Abbiamo una vera opportunità come squadra, siamo sei e tutti ad alto livello. Nel giro di una settimana posso avere cinque incontri ad alta intensità: abbiamo un vantaggio non da poco e questo ci aiuterà ad essere pronti il giorno del debutto”.
Come sempre, a Natale si è tutti più buoni. Per cui, senza troppo indulgiare oltre,…
di Salvatore Sodano C'era un ragazzo che come me… amava i Beatles il Rock&Roll… e…
Iga Swiatek è stata protagonista di intervista con Anita Werner a 'Fakty po Faktach" (Il…
La FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) e l’ITF (International Tennis Federation) sono liete di…
Sei mesi da numero uno. Jannik Sinner inizia oggi la ventiseiesima settimana consecutiva in vetta…
Simona Halep non è stata fin qui la sola giocatrice a esprimersi sul caso di…