TENNIS – Di Diego Barbiani
BASILEA. E’ un trentateenne, ma dimostra almeno una decina d’anni di meno. “Diavolo di un Federer” verrebbe da pensare: lo svizzero con un frangente di match spettacolare ha rispedito al mittente gli attacchi di chi vorrebbe a breve emulare almeno una parte dei suoi successi.
7-6(4) 6-2 ad un Grigor Dimitrov che è andato quattro volte vicino a vincere il suo primo parziale contro il n.2 del mondo, ma che per il secondo anno di fila è stato eliminato ai quarti di Basilea contro chi, di questo torneo, è l’assoluta star e non solo per i suoi natali.
La vittoria di Federer è racchiusa tutta in sei game, tra il 5-5 del primo set ed il 3-0 del secondo. In quella porzione di partita ha innalzato di molto il livello ed ha regalato spettacolo assieme ad un avversario, il bulgaro, che ha tenuto testa e creato non pochi problemi. Gli scambi erano tutti da vivere in apnea ed il campo veniva coperto in tutta la sua ampiezza dai due giocatori, che non ne volevano sapere di cedere e spingevano a mille qualsiasi cosa: che fosse una discesa a rete o un rovescio in controbalzo o un dritto in diagonale.
E’ stato un tennis di alta tecnica, a parte qualche sbavatura di troppo ad inizio del dodicesimo gioco quando lo svizzero ha pasticciato un po’ troppo di dritto ed ha concesso i primi due set point (consecutivi) al rivale. Il numero che ha firmato la sua gara è stato l’ace sulla seconda di servizio per il 40-40, sebbene un secondo più tardi sia arrivata una risposta grandiosa di rovescio del bulgaro. Si è andati avanti così, con una sfida esaltante a chi riusciva a giocare il punto più bello e Federer, annullati altri due set point, è riuscito ad arrivare al tie-break dove il primo punto ha visto il bulgaro dominare lo scambio, spingere pesantemente di dritto sul lato destro del rivale, eppure Federer arrivava, sempre.
“Diavolo di un Federer” avrà pensato Dimitrov, che si vedeva tornare indietro colpi quasi definitivi e quando ha deciso di cambiare ha tirato fuori per quesitone di millimetri. La stessa cosa si è ripetuta sul 3-0, quando un dritto in avanzamento di Dimitrov è stato arpionato dallo svizzero che ha giocato, in allungo, un pallonetto di rovescio altissimo su cui il bulgaro si è arrampicato per giocare lo smash ma ha spedito di poco fuori. “Diavolo di un Federer” ed a nulla è valso recuperare un minibreak, perché sul 5-4 al n.2 del mondo è bastato servire due ottime prime per portare a casa un primo set per lui troppo importante.
Come se non bastasse questo a destabilizzare il morale del povero Grigor, ad inizio del secondo set si è visto rimontare un vantaggio di 0-30 e nel turno successivo prima un rovescio in lungolinea da applausi e poi, sulla terza palla break, lo scambio più bello del match condito da tutto quello che si può vedere su un campo da tennis con attacchi continui, pallonetti, smorzate e volèe. Alla fine, ad avere la meglio, è proprio lui. Quello vecchio. Quello che dovrebbe cedere il passo ma proprio non vuole, è più forte di lui. Diavolo di un Federer.
Consolidato il vantaggio, doveva solo portare in porto la partita e sul 5-2, al primo match point, ha chiamato l’aiuto della moviola guardando poi il segno dell’attacco di Dimitrov ed alzando rapidamente lo sguardo come ad imprecare per la chiamata. Eppure la palla era fuori. Gioco, partita, incontro Federer. Quel diavolo di un Federer. Che lancia uno sguardo al suo angolo come a voler lui stesso caricarli. E’ iniziato il mese più importante della sua stagione e (forse) della sua terza carriera tennistica. Lui c’è, come sempre.
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