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Pagellone US Open – il trionfo di Cilic


TENNIS – US OPEN – Di ENZO CHERICI – Il pagellone maschile di fine torneo: Cilic imperiale, Nishikori maratoneta commovente. Federer e Djokovic si fermano sul più bello. Bocciati invece gli italiani

 

 

Cilic: 10

 
Il povero Federer credeva di doversela vedere col vecchio Cilic, invece s’è ritrovato davanti un incrocio tra i migliori Safin, Del Potro e Soderling: devastante! Aveva già superato la sua (ex) bestia nera Simon, poi altra randellata (dopo Wimbledon) a Berdych, prima del capolavoro in semifinale con Federer. In finale il povero Nishikori poteva sperare in un attacco di panico, all’emozione, alla paura, a tutto quello che vi viene in mente: ma era chiaro a tutti che con il livello mostrato in semifinale il titolo era già assegnato. Grandissimo Marin, bravissimo Goran Ivanisevic che ha fatto a livello tecnico e mentale un lavoro enorme. Titolo strameritato.
 
 
 
Nishikori: 9
 
Quando nella finale di Madrid stava umiliando Nadal, prima dell’infortunio che gli ha tolto dalle mani il trofeo, i più avevano pensato a una giornata storta del maiorchino. Errore! Quando KeiStation è in queste condizioni va preso con le molle e può battere chiunque. Come hanno potuto agevolmente verificare nell’ordine Raonic, Wawrinka e Djokovic. In finale però contro quel Cilic non c’era nulla da fare, semplicemente non aveva armi. Il suo torneo rimane fantastico, ma forse gli resterà un bel rimpianto…
 
 
 
Federer: 6,5
 
Aveva avuto in dote un tabellone molto favorevole e lui fino alla semifinale aveva fatto in pieno il proprio dovere. Certo, aveva visto la morte in faccia con Monfils nei quarti, ma alla fine era riuscito a salvare la pellaccia. Sulla carta anche la semifinale era “da sogno”, ma non poteva sapere che il destino gli aveva riservato un Cilic ingiocabile. Occasione irripetibile per il 18 Slam? Forse si, forse no. Anche di Sampras si diceva così dopo le nette sconfitte del 2000/2001 contro Safin e Hewitt. Poi ancora il destino (sempre lui…) ha deciso diversamente.
 
 
 
Djokovic: 6,5
 
Anche lui, come Federer, si aspettava probabilmente in semifinale un Nishikori distrutto dalle battaglie contro Raonic e Wawrinka. Errore. Non solo il giapponese non appariva affatto stanco, ma quello a cuocersi per primo sotto il sole newyorkese è proprio lui, il nostro Nole in versione anti-Robo. Insomma, arriva ancora una volta tra i migliori quattro, ma da lui – soprattutto dopo le prestazioni fino ai quarti – ci si attendeva qualcosa in più. 
 
 
 
Berdych: 5,5
 
La netta sconfitta di Federer in semifinale ha ridimensionato di parecchio la sua contro Cilic. Resta il fatto che il miglior Berdych, per caratteristiche tecniche, forse avrebbe potuto fare anche più partita dello svizzero contro Cilic. Ora si parla di una possibile collaborazione con Lendl. Non potrebbe che fargli bene.
 
 
 
Wawrinka: 7,5
 
Il suo match con Nishikori è stato il più bello del torneo. Addirittura abbacinante il tiebreak del terzo set. Ha perso nei quarti, ma ha espresso sicuramente un livello più alto di Federer e dello stesso Djokovic (almeno di quello non ammirato contro Nishikori). Sicuramente in ripresa dopo un periodo di appannamento abbastanza preoccupante.
 
 
 
Monfils: 6,5
 
Percorso netto fino ai quarti, con lo scalpo di Dimitrov come fiore all’occhiello, anche nei quarti l’inizio è devastante, va avanti di due set con Federer, ma sul più bello subisce la rimonta dello svizzero e si spegne progressivamente. Dando purtroppo l’impressione dell’eterno incompiuto. Si diceva così che di Cilic…ci stupirà anche lui un giorno?
 
 
 
Murray: 6+
 
Piano piano sembra stia tornando ai suoi livelli. Almeno a livello tecnico. Perché, attenzione, contro Djokovic ha giocato alla pari per i primi due set e per quasi tre ore. Il problema continua a essere fisico, di tenuta. Infatti a metà terzo set s’è sgonfiato progressivamente, fino a lasciare strada libera a Nole. Ma i progressi ci sono e chissà che per l’Australian Open non torneremo a vedere il Murray 2013. 
 
 
 
Dimitrov: 4
 
Enorme passo indietro rispetto a Wimbledon. Già prima del match fatale contro Monfils aveva suscitato molte perplessità, beccandosi anche un rotondo 6-0 dal talentuoso, ma gracile Goffin. Con Monfils ha mostrato una passività preoccupante, mai dando l’impressione di potercela fare. Bocciatissimo.
 
 
 
Thiem: 6+
 
Fortunato contro Gulbis, ha saputo meritarsi l’aiuto della dea bendata spingendosi con merito fino agli ottavi, prima della sonoro stesa rimediata da Berdych. Distanza dai più forti ancora tanta, ma talento e voglia d’arrivare ci sono e pensiamo che lo vedremo spesso nelle fasi finali degli Slam nei prossimi anni.
 
 
 
Raonic: 5,5
 
Vale per lui un po’ quel che è stato detto per Berdych. Sembrava un torneo deludente dopo la sconfitta con Nishikori, ma nei turni successivi s’è visto di cosa era capace il giapponese. Il suo tennis non sarà mai bello da vedere, troppo robotici i suoi movimenti, monotoni i suoi schemi. Ma le sue potenzialità non si discutono e siamo sicuri che molto presto anche lui giocherà delle finali.
 
 
 
Ferrer: 4
 
Dopo la finale di Cincinnati aveva illuso tutti i suoi 14 fans, ma proprio quando contava di più la resa senza appello a SbirulinoSimon (voto 6+). Morale: una volta tanto che steccano (o sono assenti) i Fab Four, lui non si fa trovare pronto. Perdente cronico.
 
 
 
Tsonga: 5
 
Anche lui attesissimo dopo il ritorno ad alti livelli e la vittoria di Toronto, ma è bastato un buon Murray per stroncare le sue aspirazioni. Gli anni passano (sono ormai 29) e le possibilità di vincere il tanto agognato Slam diminuiscono sempre di più…
 
 
 
Fognini: 3
 
Forse lo slogan NonMollare Mai andrebbe aggiornato, se non proprio cambiato. Contro Mannarino non solo ha perso, ma non ha neanche lottato. Speriamo di rivedere il Fognini versione Davis 2014 in Svizzera contro Federer & co. Altrimenti tanto vale restare a casa.
Redazione

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