TENNIS – US OPEN – DI GIANLUCA ATLANTE – Esordio comodo per Fabio Fognini agli US Open: il ligure si è sbarazzato del kazako Andrey Golubev con il punteggio di 64 64 62 in due ore e venticinque minuti.
Più forte di tutto e di tutti. Del caldo umido e appiccicaticcio del Queens, di quel suo essere guascone e faccia da schiaffi in mezzo al campo, del suo volersi farsi del male, anche quando non è necessario. Di quelle maledette palle break che, soprattutto nel primo set, stavano per diventare una sorta di incubo. Ma, soprattutto, più forte, su quel campo numero 11 di Flushing Meadows colmo di gente e di passione, del kazako Golubev.
Fabio Fognini è così e noi ce lo teniamo così. Prendere o lasciare? Prendiamo. Non per mancanza d’altro, ma perchè crediamo che alla fine il suo talento, facendo a cazzotti con il resto, finirà per vincere. Come ha fatto lui oggi, con naturalezza, discutendo quel tanto che basta con Pascal Maria (magari, chissà, scelto apposta), ma alla fine portando a casa il match d’esordio, che non è mai facile, immaginate per il talento di Arma di Taggia. Il 64 64 62 finale, maturato in due ore e venticinque minuti, è quanto di meglio ci voleva per il nostro numero uno, testa di serie numero 15 in questo ultimo Slam della stagione (mai così importante) e pronto ad arrivare alla semifinale di Davis con la Svizzera, con in tasca qualcosa di prezioso, che magari non servirà a mettere paura a Federer e Wawrinka, ma che di fatto potrebbe consacrarlo definitivamente e abilitarlo a bussare alla porta dei più grandi di questo momento.
Il Fognini di oggi c’è piaciuto. Ha giocato bene e con intelligenza nei momenti importanti, come con quel passante di rovescio che gli ha dato il break al nono gioco del primo set, dando il via libera ad una vittoria netta e meritata. Il Fognini di oggi si è avvicinato di molto a quello migliore, ammirato nella prima parte di stagione. E chissà che il caldo asfissiante del Queens a lui non faccia davvero un baffo. Spronaldolo a credere sino in fondi nei propri mezzi, che non sono affatto pochi.
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