TENNIS – US OPEN – DI DIEGO BARBIANI – E’ della statunitense Catherine “CiCi” Bellis la sorpresa della giornata, cha ha eliminato la finalista di Melbourne Dominika Cibulkova in tre set, recuperando da 1-3 nel terzo: 61 46 64. E’ nata nel ’99, proprio l’anno in cui Serena ha vinto il primo US Open e Slam…
Una quindicenne statunitense allo US Open. Bastava questo per parlare di “favola”, “bella avventura”, temini alle volte anche abusati, ma che questa volta con Catherine Cartan (per tutti “Cici”, il suo soprannome) Bellis rappresentavano a pieno il viaggio della giovane studentessa all’interno del complesso sportivo nel quartiere del Queens. Invece tutto ciò non le è bastato ed ha voluto spingersi oltre, vincendo all’esordio assoluto in un tabellone tra i grandi contro Dominika Cibulkova, da qualche tempo un po’ in crisi di risultati ma che solo pochi mesi fa fu in grado di raggiungere la finale all’Australian Open. Quei giorni per la slovacca sembrano ora molto lontani, ma questo non deve rappresentare una sorta di alibi, perché Bellis ha sfoderato la prestazione perfetta nella giornata perfetta, quella che l’ha rivelata a tutti gli statunitensi (e non) accalcatisi in massa sulle tribune del piccolo campo n.8.
Alla fine è stato un tripudio. Lei, che svestendo i panni della famelica giocatrice aveva “ritrovato” il suo spirito da adolescente, non riusciva a contenere la sua irrefrenabile gioia. Saltava, quasi si inginocchiava. Probabilmente neppure lei era preparata a questo e si è trovata “costretta” ad improvvisare qualcosa prima di gettarsi ad abbracciare tutti i componenti del suo angolo. Forse gli organizzatori si saranno anche pentiti di averla posizionata su uno dei tanti campi secondari non coperti dalle telecamere, chissà come sarebbero schizzati in alto gli indici di audience nelle concitate fasi finali del set decisivo e chissà quanto ulteriore clamore poteva arrivare dalla stampa di tutto il mondo. E pensare che solo tre anni fa la giovane Bellis era tra Maria Sharapova e Daniela Hantuchova nella foto di rito prima del match tra le due. Lei lì in mezzo, piccolina, con quel sorriso candido di chi dentro si sentiva felice come non mai. Poteva quasi essere figlia di una delle due…
Il 2014 è un’annata per lei straordinaria, dove tra i vari risultati di grande spessore a livello juniores si registra in Italia con il successo al torneo Bonfiglio, conquistato vincendo a mani basse tutte le partite che la separavano dal trofeo. Ora però la grande affermazione, in casa propria. Un sogno nella città dei sogni, quasi la sceneggiatura perfetta di un film. L’invito a partecipare al quarto Major stagionale, lei che è iscritta anche nella categoria junior, è arrivato grazie al successo nei campionati nazionali under-18 tenuti a San Francisco dove ha battuto in finale Tornado Black lasciandole appena quattro giochi.
Trova le sue risorse migliori nel dritto e nel gioco di rimessa già ad alto livello. Al momento è seguita dal coach part-time della USTA (la federazione statunitense di tennis) Leo Azevedo ma ha anche il grande supporto della famiglia alle spalle, la stessa che l’ha spronata a non abbandonare gli studi. Segue da casa i corsi online della propria “highschool” perché, come dice lei, così si sente con più tempo libero a disposizione. Tempo che viene sfruttato, alle volte, anche per lavorare all’orto che coltiva nel giardino dietro casa assieme alla mamma Lori.
Ha cominciato a giocare a tennis all’età di 3 anni e da qualche anno è sotto nella penna dei grandi appassionati come una dei nomi più caldi per il futuro – ormai – prossimo. Lei però, al momento, sembra voler allontanare ogni chiacchiera su quello che verrà. Nella conferenza stampa che ha seguito la vittoria su Cibulkova ha infatti dichiarato di voler al momento rimanere una semplice giocatrice amatoriale per poter mantenersi una porta aperta al college ma lascia intendere che più avanti vorrà intraprendere concretamente la strada del professionismo.
Intanto, però, ha effettuato un triplo salto mortale che l’ha proiettata in questa nuova dimensione, dove tutto è più grande, dove i sogni prendono vita. A quindici anni ha battuto il record di vittoria più giovane in uno Slam a New York dai tempi di Anna Kournikova, nel 1996. A quindici anni compirà un salto di (almeno) 800 posizioni nel ranking affacciandosi, tra due lunedì, tra le prime 500 del mondo. Ad appena quindici anni, quando l’incoscienza spinge oltre quel limite che sembra invalicabile, quando dentro di sé si sentiva già fortunata a prendere parte a questo sogno e che sì, voleva goderselo il più possibile. Il destino, per lei, ha in serbo tante pagine bianche pronte per essere scritte. La strada per il paradiso tennistico non è che appena cominciata, starà a lei voler proseguire.
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