TENNIS – Di Diego Barbiani
WIMBLEDON. Petra Kvitova contro Eugenie Bouchard. Questa sarà la finale dell’edizione n.128 dei Championships di Wimbledon. Forse impronosticabile alla vigilia ma conquistata con pieno merito dalle due protagoniste. Nel caso della canadese, inoltre, c’è anche la soddisfazione di essere la prima tennista del suo paese a raggiungere questo livello.
I precedenti tra le due raccontano di un successo di Kvitova nella loro unica sfida, lo scorso anno in estate a Montreal. Quella però era una Bouchard ancora acerba, appena entrata tra le prime 100 e reduce da un ottimo (per quel periodo) terzo turno a Wimbledon sconfitta da Carla Suarez Navarro. Era una canadese ancora inesperta, come detto, che davanti al pubblico di casa seppe conquistare appena cinque giochi. Domani sarà tutto molto diverso.
Dieci mesi dopo le due si ritrovano per una sfida che vale un titolo Slam, un titolo che Kvitova ha vinto qui nel 2011 (in quello che è anche l’unico titolo Major in carriera per lei) e che l’ha consacrata tra le grandi del suo periodo.
Vincere Wimbledon è una cosa che rimane e proietta la vincitrice nell’Olimpo del tennis. Qui vincono i più grandi, qui si realizzano favole incredibili. Lo scorso anno l’incredibile finale tra Marion Bartoli e Sabine Lisicki che mise il lieto fine alla carriera della transalpina ritiratasi poi un mese più tardi perché sfinita. Una doppietta della ceca sarebbe una storia bella da raccontare: il successo sui verdi prati londinesi a tre anni di distanza da quello che poteva lanciarla verso una carriera fatta di grandi trionfi ed ora, dopo mille peripezie, riabbracciare il trofeo della vincitrice per dire “io sono qui, sono tornata”. Una vittoria di Bouchard invece rappresenterebbe una volta di più la consacrazione di questa atleta a livelli altissimi ad appena vent’anni.
Da una parte la forza ed un gioco d’attacco spregiudicato, senza timori ma tremendamente rischioso; dall’altra una forza mentale straordinaria, che in più circostanze ha dato prova di non temere nessuno e di avere, anzi, degli attributi d’acciaio oltre alla capacità di alzare il livello nei momenti che contano. Sarà una partita interessante, in gioco c’è tutto.
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