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Wimbledon, Federer e il suo futuro: il 2015 e poi…

Dal nostro inviato, Luigi Ansaloni

Anche se sta dimostrando di non avere nessun motivo per ritirarsi, ora che i suoi problemi alla schiena sembrano essere messi…alle spalle, e visto che sta disputando complessivamente un ottimo 2014, Roger Federer pensa al suo futuro. Non che prima non lo facesse, ci mancherebbe altro, specie con quattro figli, di cui due arrivati da due mesi o giù di lì.

 

La novità è che per la prima volta a quanto pare ne ha parlato pubblicamente, a cuore aperto, manifestando, anche se con qualche punto interrogativo qua e là, quelli che dovrebbero essere i suoi programmi per il biennio successivo, 2015-2016. Il teatro della “confessione”, dicono gli addetti ai lavori presenti qui a Wimbledon, non è stata una conferenza stampa, un’intervista o qualcosa del genere, ma piuttosto la riunione del Player Council Atp, svoltasi lo scorso week-end, dove lo svizzero ha lasciato ufficialmente, dopo sei anni, la sua carica da presidente. Una decisione presa da tempo e che non ha sorpreso minimamente nessuno, come non ha sorpreso nessuno, si dice, l’ingresso di Stan Wawrinka come nuovo membro del consiglio. Ingresso fortemente caldeggiato proprio dal connazionale Federer, che nonostante qualche piccolo screzio in occasione della Davis Cup vuole veramente bene “Stan The Man”. I maligni sostengono però in realtà che questa non sia una mossa solo per il “bene comune” o per l’affetto verso il numero tre del mondo, ma sia un qualcosa in più. Ovvero, l’inizio ufficiale della carriera di Federer oltre il giocatore di tennis ma come uomo di tennis a 360 gradi. Carriera quella che, forse a qualcuno è sfuggito, è già iniziata da molto tempo. Federer con il suo agente Tony Godsick ha fondato la “Team 8”, mettendo sotto contratto gente come Juan Martin Del Potro e Grigor Dimitrov e facendo la corte a giovanissimi talenti come Kyrgios, invitato da Roger in persona ad allenarsi con lui per una settimana. Dunque, da quel punto di vista, il dopo tennis è già iniziato e anche alla grande.

 Adesso c’è da fare il passo più duro, non solo per lui ma per tutti, ovvero quello di appendere la racchetta al chiodo. Un’eventualità, questo sia chiaro, non vicina. Non siamo ai saluti finali. Però, sempre durante la riunione con i colleghi e addetti ai lavori del Player Council all’All England Club Federer pare aver prospettato a tutti loro i motivi per l’addio alla presidenza. E tra questi, in mezzo al “largo ai giovani” e “ho fatto il mio lavoro, è ora di cambiare”, ci sarebbe anche il seguente: “Il prossimo anno, il 2015, molto probabilmente sarà il mio ultimo anno completo sul circuito. Dopo limiterò i miei tornei, ancora non so in che modo”.  Federer, insomma, per la prima volta avrebbe parlato apertamente, e in un contesto comunque pubblico anche se ristretto, del suo futuro in questo modo.

Ora, le intenzioni di Federer erano se non note quantomeno intuibili da tempo. Più volte aveva detto che voleva che le gemelle andassero regolarmente a scuola in Svizzera. Siccome quando si muove e quando viaggia lui ha bisogno di tutta la famigliola al seguito, questo lasciava supporre che sarebbe stato vicino a loro abbandonando il tennis o quantomeno allentando la presa. Qualche tempo fa però aveva detto che le bimbe potevano, i primi tempi, studiare anche “on the road”, allontanando dunque questa ipotesi.  In più, Federer avrebbe pur sempre 35 anni e dunque, avere l’età più che giusta per dire addio o comunque allentare un po’ la presa. Comunque vada, sono solo ipotesi. Il presente, 2014, parla di una semifinale di Wimbledon contro Raonic e di un ottavo titolo sui verdi prati da conquistare. Anche perché l’8, da sempre, è il suo numero preferito.

 

 

 

Luigi Ansaloni

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