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Wimbledon, è Raonic lo sfidante di Federer: battuto Kyrgios, per il canadese prima semifinale slam

TENNIS – WIMBLEDON – DI SALVATORE DE SIMONE – Completato il quadro delle semifinali del tabellone maschile di Wimbledon. Nella parte alta Djokovic contro Dimitrov, nella parte bassa Federer contro Raonic. Sull’erba dell’All England Club di Londra, il canadese di origini montenegrine ha battuto in 2 ore 30 minuti in quattro set 6-7, 6-2, 6-4, 7-6 il talento australiano Kyrgios che negli ottavi aveva eliminato a sorpresa Rafa Nadal. Per Raonic si tratta della prima semifinale in carriera in uno Slam.

Milos Raonic raggiunge per la sua prima volta in carriera la semifinale di Wimbledon battendo Nick Kyrgios in 4 set. Il giovane australiano di origini greco-malesi non è riuscito a ripetersi dopo la grande performance di ieri con la quale aveva avuto la meglio su Rafael Nadal. D’altronde non è mai facile la partita del giorno dopo l’impresa, specialmente se non c’è stata la possibilità di riposarsi e soprattutto se si affronta un altro ottimo tennista, come si è dimostrato oggi Raonic. Ma nonostante la sconfitta, anche nel match odierno Kyrgios ha mostrato le stimmate di un campione e lo si è visto nel modo in cui ha vinto il primo set, l’unico che l’australiano è riuscito a incamerare; nel primo parziale infatti solo Raonic ha avuto le possibilità di fare il break, in quattro occasioni, tutte annullate con grande autorità da Kyrgios; nel tie-break il carnefice di Nadal ha sfruttato il solo minibreak concessogli dall’avversario e con due servizi vincenti si è aggiudicato il primo set. Ma dall’altra parte della rete non c’era un giocatore arrivato per caso ai quarti di finale, ma un tennista forse stanco di essere etichettato come un’eterna promessa e deciso a non sfarsi sfuggire l’occasione di giocare nel centrale venerdì. Raonic ha cominciato ad alzare il livello del suo tennis, che comunque era stato piuttosto egregio anche prima, e ha approfittato del calo di Kyrgios. Quest’ultimo non è riuscito a servire bene e ad essere incisivo con il diritto come nel storico match contro il numero uno del mondo e questo ha favorito l’avversario che non si è fatto pregare; Raonic a suon di ace – ben 39 il numero totale – e di colpi vincenti non ha avuto molti problemi a vincere il secondo e il terzo set, a parte un break dell’australiano recuperato subito dopo dal canadese. Il quarto parziale si risolto anch’esso al tie-break come il primo, ma stavolta è stato Raonic ad avere la meglio e ha chiuso la partita, ovviamente con un ace. Però sarebbe sbagliato considerare il canadese di origine montenegrina un tennista di solo servizio: Raonic negli ultimi tempi ha fatto notevoli progressi, soprattutto negli spostamenti e nella risposta; inoltre è stato capace di grandi recuperi e qualche volta ha tentato anche la via della rete. Forse avrà avuto un peso psicologico la vittoria contro Murray di Dimitrov, altra eterna promessa che sembra decisa a non essere più tale. Il match appena vinto dal canadese non era meno difficile di quello del bulgaro. Kyrgios è un talento puro, un giocatore dalla grinta enorme che è stato capace di battere un certo Rafael Nadal; anche se non ha ripetuto il livello del match contro lo spagnolo, l’australiano si è rivelato un osso durissimo che non si arrende mai, come ha dimostrato nel quarto set. Nei prossimi tornei non sarebbe una sorpresa se il diciannovenne Kyrgios facesse ancora parlare di se, perché ha tutte le carte in tavola per essere un vero protagonista. Per il momento però, per questo Wimbledon almeno, è Raonic che potrà ancora dire la sua. Dopodomani affronterà in una semifinale da brivido Roger Federer. Il giovane desideroso di dimostrare che la semifinale non è stato un caso contro l’eterno fenomeno che non accetta di abdicare, almeno per ora, davanti alle nuove generazioni, soprattutto se la sfida si svolge nel suo giardino di casa. Così come l’altra semifinale tra Dimitrov e Djokovic. Forse le migliori semifinali che il più prestigioso torneo di tennis avrebbe potuto offrire, almeno sulla carta. Speriamo lo siano anche sul campo.

Salvatore De Simone

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