TENNIS – Di Andrea Scodeggio
WIMBLEDON. Il serbo Novak Djokovic, testa di serie numero uno del torneo, torna in finale a Wimbledon dopo aver sconfitto il giovane Grigor Dimitrov, alla sua prima semifinale in uno slam, con il punteggio di 6-4 3-6 7-6(2) 7-6(7) in tre ore e cinque minuti. E’ la seconda finale consecutiva per il serbo (la terza in totale) a Londra ed ora aspetta il vincente fra Roger Federer e Milos Raonic. Se vincerà il torneo, tornerà numero uno del mondo.
Era il confronto fra due generazioni ed anche fra due modi di interpretare il tennis opposto. Djokovic è da sempre il campione, figlio di una generazione di sfide che somigliano ad incontri di pugilato talvolta, ma con le racchette. Un tennis anche criticato per essere troppo monocorde e fisico, in cui solitamente vince chi sbaglia meno e non chi rischia di più. Dimitrov sovverte questa tendenza, proponendo una varietà di colpi e soluzioni che sembrano nuove, ma che invece non fanno altro che recuperare un tennis più all’antica ma spettacolare. Ciò che gli è sempre mancata è stata la costanza, fondamentale per il tennis odierno. Ad oggi sembra averla finalmente trovata ed il solo fatto di essersi spinto così in avanti, affrontare Djokovic, conferma come il talento non sia più acerbo.
L’incontro non è stato all’altezza della semifinale dello scorso anno fra Del Potro e lo stesso Djokovic. E’ stata intensa, equilibrata, ma nei momenti cruciali è venuta fuori l’esperienza del serbo. Inizialmente Nole era ingiocabile, ma con il passare dei minuti ha mostrato dei segni di cedimento durante l’intero incontro, costante già vista anche negli altri incontri del torneo. La tempra e la capacità di rimanere sempre in partita, hanno sopperito uno stato di forma discontinuo e gli hanno permesso di vincere, senza rischiare un quinto set. Dimitrov ha giocato il suo tennis, fatto di variazioni e stupende discese a rete, ha avuto le sue chance, ma è crollato nei momenti più importanti, specie nel quarto set dove ha avuto quattro set point e non è riuscito a sfruttarli a dovere, finendo per perdere.
Il match, come detto, sembrava però concludersi in fretta. Dimitrov, complice il palcoscenico della sua prima semifinale, non riesce a contrapporsi al servizio del serbo. Il set si conclude per 6-4 in favore di Djokovic, con un break nel quinto gioco dove il bulgaro ha commesso quattro errori consecutivi. Nel secondo parziale la situazione sembra restare immutata. Djokovic sale 3-1 e palla del 4-1, ma qui l’inerzia del match cambia. Il bulgaro si salva e riesce a ribaltare il set, giocando più aggressivo, variando con maggiore frequenza ed approfittando di un calo improvviso ed inspiegabile del suo avversario: si chiude il secondo set per 6-3 a favore di Dimitrov. Il terzo set è il più lottato, perché i due si livellano e la differenza è minima. Si arriva al tiebreak ma Dimitrov lo gioca molto male. Mette un rovescio in rete e commette un doppio fallo che consegnano il set al serbo, vinto per sette punti a due. Nel quarto Dimitrov comincia male e regala un break nel quarto gioco, commettendo tre doppi falli consecutivi. Sembra finita ma Djokovic non affonda il colpo, resta discontinuo e rimette l’avversario in partita. Nel dodicesimo gioco c’è un set point per il bulgaro, ma Djokovic lo annulla grazie al servizio. Si arriva al tiebreak e stavolta è Dimitrov a prendere il largo e conquistarsi altri tre set point. Djokovic riemerge dal baratro e li annulla tutti, ribaltando il tiebreak e chiudendo la contesa al secondo match point per nove punti a sette, dopo oltre tre ore di partita.
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