TENNIS – WIMBLEDON – DAL NOSTRO INVIATO A LONDRA, LUIGI ANSALONI – Rafael Nadal è stato eliminato dal torneo di Wimbledon da Nick Kyrgios! Il diciannovenne australiano ha giocato una partita straordinaria e l’ha portata a casa per 7-6(5) 5-7 7-6(5) 6-3. Domani affronterà Milos Raonic in un quarto di finale che sa di sogni. Ma si sa che ogni tanto i sogni si avverano.
Forse potrà sembrare esagerato e forse è la frenesia del momento, l’eccitazione di aver assistito dal vivo a quello che, nel suo piccolo, parlando sempre nel mondo del tennis, è un evento storico. Signori e signore che da ogni parte del mondo guardate il principale sport della racchetta, segnatevi questa data, mettete una crocetta sul calendario e sul 1 luglio 2014, perchè per chi ama tutto questo, per chi ama vedere il verde e quella palla gialla e pelosa, è un evento da ricordare. Kyrgios, 19 anni, australiano dal sangue misto che più misto non si può, è entrato nel club dei grandi. Ha compiuto, a modesto modo di vedere di scrive, una delle più clamorose sorprese che la storia di Wimbledon ricordi. Sapevamo tutti che era forte, fortissimo, ma battere Rafael Nadal, il numero uno del mondo in una partita tre set su cinque, beh, francamente è qualcosa che oggi, in questa giornata londinese un pò uggiosa, francamente non se l’aspettava nessuno. A qualcuno era venuto in mente per gioco, per scommessa, per sfida. In sala stampa qualcuno, dopo l’evento, mostrava soddisfatto il tagliandino delle scommesse, gridando “Visto? Io lo sapevo”. Roba da Nostradamus, da Oracolo, da “chi la sa lunga”. Più pacatamente, e con molta più serenità, si può tranquillamente affermare che, come direbbe Fantozzi, è una botta del “cosiddetto culo”. Non il successo di Kyrgios, attenzione. Se a 19 anni giochi in quel modo, se spari 37 ace, se non ti fai prendere mai e poi mai dal panico, se tiri dritti e rovesci a braccio aperto e non hai paura, sei solo e solamente una cosa: un predestinato. Semplice. Qualche paragone? Eccolo: era dal 2005 che un teenager non batteva il numero uno del mondo. Indovinate chi era quel “pischello”? Rafael Nadal, contro Federer nella semifinale del Roland Garros. Ancora? Nel 2001 un nemmeno ventenne batteva, negli ottavi di finale a Wimbledon, Pete Sampras. Chi era quel nemmeno ventenne? Roger Federer.
Qualcuno dice che Kyrgios ricordi il Becker del 1985, quando a 17 anni il tedesco conquisto Wimbledon. Forse, probabile: la potenza al servizio è quella, anche se ricorda più Ivanisevic per diversi motivi. Forse non somiglia a nessuno, forse è un pezzo unico e pregiatissimo, un fenomeno nel vero senso della parola. Fatto sta che in questo freddino 1 luglio 2014 ha compiuto qualcosa di clamorosa, clamoroso davvero. Il risultato di Kyrgios fa riflettere anche in chiave italiana, a voler essere cattivi (un pizzico) anche chi non merita nessun tipo di cattiveria. L’anno scorso Quinzi, che ha un anno meno di Kyrgios (1995 l’aussie, 1996 l’italiano), vinceva Wimbledon Junior . Nel Paese del Tricolora lo abbiamo preso come un evento incredibile. Da anni bolliamo Gianluca, ragazzo magnifico e con tanto talento, come un fenomeno, un numero uno del mondo sicuro. Allo stato attuale vediamo un quasi suo coetaneo ai quarti di finale di un torneo dello Slam, dove ha sbattuto fuori a colpi di ace il numero uno del mondo, mentre Quinzi è ancora alle prese con Challenger, Future e compagnia bella. Non vuol dire niente, si sa che noi italiani maturiamo dopo, però un pizzico (ancora, un pizzico) di invidia viene.
Inutile, quasi inutile davvero, rivangare la semplice cronaca del match tra Kyrgios e Nadal. Scritta perderebbe molto, molto del suo fascino. Rimane il salto di un ragazzo felice, di uno che ha in mano il presente e il futuro, e che ha compituo un’impresa. Lo spot di una nota marca sportiva dice “All in or Nothing”. Non sappiamo se, come fa Gulbis, Nick the Kid giochi nei Casinò, ma una puntatina, in un giorno così, personalmente la farei….
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