TENNIS – WIMBLEDON – DI ENZO CHERICI – Il pagellone dei Championships più belli ed emozionanti dal 2001: un Djokovic finalmente umano, più forte di tutto e tutti. Un Federer commovente, che vince anche perdendo. L’esplosione di Dimitrov e Raonic, la sopresa Kyrgios, il flop di Nadal e Murray. Applausi per Bolelli.
Forse la più bella ed emozionante edizione di Wimbledon, da quando Goran Ivanisevic nel 2001 conquistò il titolo “approfittando” della sacrosanta Wild Card concessagli dagli organizzatori. Un Wimbledon 2014 che c’ha regalato un po’ di tutto. Giovani spavaldi, risultati inattesi, campioni inossidabili e – soprattutto – una finale epica.
Andiamo allora a dare un po’ di voti ai protagonisti di questa edizione, iniziando ovviamente dal vincitore.
Djokovic: 9 ½
Splendido vincitore. Non ha giocato un torneo tutto ad altissimi livelli, ma come solo i grandi campioni sanno fare, ha saputo alzare l’asticella proprio quando più serviva. Ha sofferto in un secondo turno affatto agevole contro Stepanek, ma ha poi regolato in ottavi senza problemi quel che resta di Tsonga. È tornato a soffrire contro Cilic, per crescere nuovamente in semifinale contro un eccellente Dimitrov. Fino alla sinfonia finale, contro Sua Maestà Federer.
Contro lo svizzero, all’atto conclusivo, è stato semplicemente fantastico. Ha perso un primo set che avrebbe probabilmente meritato di vincere. Non s’è scomposto e ha saputo riordinare le idee da inizio secondo, riuscendo pian piano a disinnescare il perfetto tennis da erba del suo rivale.
Tre, a mio insindacabile giudizio, le chiavi del suo successo. 1) Il servizio: ha avuto un rendimento eccezionale per quasi tutto il match (salvo sul finale del quarto) e non ha mai permesso a Federer di prendergli il campo quando ha servito la seconda; 2) Il rovescio lungolinea: è il suo marchio di fabbrica, vero, ma da tempo non lo ammiravamo così chirurgico ed efficace; 3) L’alta percentuale di punti (56%) sulla seconda di Federer (mentre ha concesso sulla sua seconda a Federer solo il 35% dei punti).
A molti avrà fatto storcere il naso quel suo momentaneo “crollo” sul 5-2 del quarto set, quando non è stato capace di chiudere l’incontro come avrebbe potuto. Invece quel suo attimo di debolezza – oltre a rendere la finale ancora più bella – me l’ha fatto sembrare meno extra-terrestre, più umano. Più vicino ad ognuno di noi, poveri mortali, che non potremo mai sapere cosa si prova a servire per il match in una finale di Wimbledon. Più Novak insomma, meno RoboNole.
Avrebbe forse meritato un 10 pieno, ma il mezzo punto in meno è per i due MTO chiamati all’inizio del secondo e del quinto set, quando probabilmente aveva bisogno di riordinare le idee dopo due frazioni perse malamente. Un trucchetto da “furbetto del centralino” non da lui e di cui non avrebbe avuto bisogno. Ieri era il più forte, avrebbe vinto ugualmente.
Federer: 9
Il “fighetto” non vuole proprio saperne di deporre le armi. Se qualcuno – che Dio lo perdoni – aveva ancora dubbi su chi fosse realmente Roger Federer (l’uomo e il giocatore), il match di ieri dovrebbe averli dissipati definitivamente. E se non lo ha fatto, peggio per lui. Perché ieri Roger, pur perdendo, ha vinto ugualmente. Aveva di fronte un mostro come Djokovic, nel pieno della carriera e con 6 anni di battaglie in meno sul groppone. Ebbene, questo fenomeno che spesso è stato etichettato come “senza cuore”, “narciso”, “perdente” e via delirando, non solo ieri ha giocato una partita quasi alla pari col nuovo numero uno del mondo, ma ha anche rischiato seriamente di vincerla (Nole è stato eccezionale nell’annullare quella pesantissima palla-break sul 3-3 del quinto). Il modo in cui è riuscito a conquistarsi il quinto set poi, dopo aver avuto un piede nella fossa nel quarto, è stato semplicemente commovente e ha spazzato via una volta per tutte le ironie sul Frigidaire e idiozie varie. Ha perso invece. Non c’è stato lieto fine per lui e i suoi tifosi. Ma mai s’era visto un Federer così sereno, starei quasi per dire orgoglioso, dopo una sconfitta. Che Dio ce lo conservi il più a lungo possibile.
Dimitrov: 8
Torneo strepitoso il suo. Veniva dalla vittoria al Queen’s ed era uno degli outsider più accreditati. Per una volta non ha tradito le promesse in un torneo dello Slam. Spettacolare il suo match contro Dolgopolov, schiacciante la sua vittoria nei quarti contro il detentore del titolo Murray. Poteva farsi prendere dalla paura di vincere una volta in vantaggio di due set, ma non ha tremato.
Cosa che invece gli è un po’ capitata in semifinale contro Djokovic, quando non è stato capace di sfruttare 3 setpoint consecutivi nel tiebreak del quarto (ma solo uno sul suo servizio).
Nonostante ciò il suo torneo è stato eccezionale e la sua crescita sembra finalmente definitiva. Da questa settimana è numero 9 del ranking. Se non esce fuori di senno, difficilmente lo vedremo fuori dalla Top Ten per i prossimi 3/4 anni.
Raonic: 7 ½
Prima semifinale di Slam anche per lui, ma mezzo voto in meno perché non ha battuto top players come Dimitrov e perché – a differenza del bulgaro – non è stato capace di opporre alcuna resistenza in semifinale. Ottimo comunque il suo torneo e notevolissimi i suoi progressi, a livello tecnico e fisico. È il nuovo numero 6 del ranking. Mi meraviglierei se non vincesse uno Slam nei prossimi due anni.
Kyrgios: 8
È vero, ha perso contro Raonic. Ma nonostante questo credo di potergli dare mezzo punto in più, dal momento che era in tabellone grazie a una Wild Card e che – soprattutto – è stato autore della super-sorpresa del torneo, sconfiggendo in ottavi l’ex numero uno Nadal, senza dimenticare la rimonta contro Gasquet, con tanto di 9 matchpoint annullati.
Zio Toni, con assai poca eleganza, lo ha definito “noioso”. Sarà… Ma ce ne fossero di giovanotti “noiosi” come lui. Un servizio certamente devastante, ma non solo. La ricerca costante del vincente in ogni situazione di punteggio, con un coraggio sconosciuto anche a molti più affermati colleghi. Qualcuno sp
ieghi allo Zio più famoso di Spagna che a tennis si gioca anche lontano dalla penisola iberica!
Wawrinka: 6 ½
Alla vigilia lo davano per moribondo, devastato dall’influenza e addirittura in forse per l’inizio del torneo. Il campo ha detto un’altra cosa. E c’è voluto un Federer d’annata per arrestare la sua corsa, che altrimenti sarebbe continuata con ogni probabilità fino alla finale. Contro Roger ha giocato due set mostruosi, prima d’incartarsi un po’ nel tiebreak del secondo. Nel terzo e nel quarto, dicono, non stesse benissimo. Ma credo questo Wimbledon avesse un copione già scritto. Avrebbe perso lo stesso.
Nadal: 5
Aveva un tabellone complicato, molto. Personalmente pensavo che se ce l’avesse fatta a superare la prima settimana sarebbe stato addirittura il favorito per la vittoria finale. Stava tutto andando secondo i piani, ma né noi, né lui, né tantomeno lo Zio Toni, avevamo fatto i conti con Nick “mano fredda” Kyrgios. E allora, dopo essersi sempre salvato da inizi complicati nei primi turni, è caduto negli ottavi sotto i colpi del giovanotto australiano. Come se non bastasse, la successiva vittoria di Djokovic gli ha fatto anche perdere la prima piazza del ranking. Proprio ora che avrà 4000 punti da difendere nella calda estate americana. Auguri.
Murray: 4 ½
Era il detentore del titolo, ha deluso profondamente. I primi turni avevano illuso tutti i sudditi di Sua Maestà, ma la facilità delle sue vittorie era proporzionale all’inconsistenza dei suoi avversari. Al primo serio ostacolo, è caduto nel modo peggiore. Senza alcuna reazione. L’impressione è che non abbia ancora metabolizzato il lutto per l’addio di Lendl. E non sembra la pur brava Amelie Mauresmo la persona adatta per affiancare uno come lui. Da questa settimana sarà numero 10 del ranking, avrà quindi sorteggi complicati nei prossimi tornei. Dovrà ritrovare forza e convinzione dentro di lui, altrimenti si fa dura…
Bolelli: 7
Concedetemi una menzione speciale per questo ragazzo, che a mio avviso ha giocato un torneo fantastico. Prima battendo un osso duro come Kohlschreiber, poi sfiorando l’impresa (è stato 5 volte a due punti dal match) contro Nishikori, contro il quale avrebbe forse meritato maggiore fortuna. La strada è quella giusta Simone, continua così, ti toglierei prima o poi le soddisfazioni che meriti.
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