TENNIS – di FABRIZIO FIDECARO
Serena Williams ha vissuto parecchi momenti bui nel corso di questo 2014, ma ora, dopo aver toccato il fondo a Wimbledon, sembra pronta a ripartire. L’obiettivo naturale sono gli US Open, dove, ritrovata l’armonia con Patrick Mouratoglou, la pantera di Compton mira a raggiungere quota diciotto titoli Slam, come Chris Evert e Martina Navratilova.
L’avevamo lasciata barcollante e in lacrime a Wimbledon, costretta al ritiro dopo pochi minuti nel match di doppio al fianco della sorella Venus. L’abbiamo ritrovata in questi giorni, sorridente e rilassata nelle sue vacanze croate, a sfoggiare audaci bikini e a partecipare con successo a scherzose gare di destrezza in gelateria. A Serena Williams questo breve distacco dal circuito sembrerebbe aver fatto proprio bene. Nel corso dei Championships londinesi si erano diffuse voci incontrollate sul suo conto, e pareva anche a forte rischio la sua collaborazione – nonché il legame sentimentale – con Patrick Mouratoglou, che aveva affermato di non averla più vista per due giorni dopo la sconfitta patita in singolare contro Alize Cornet.
«In nessun momento la nostra partnership è stata in dubbio. Dopo Wimbledon abbiamo parlato a lungo e siamo tornati al lavoro assieme», ha dichiarato nei giorni scorsi il coach transalpino, mettendo fine alla serie di illazioni sul piano tecnico. Per quanto riguarda quelle private – si era parlato di un’infezione virale, ma anche di una possibile gravidanza – Mouratoglou, additato da alcuni come “presunto padre del presunto bebè”, ha preferito tagliare corto. «Non ho mai parlato di vita privata e non intendo cominciare ora», ha spiegato. «Di certo per Serena è un periodo complicato, ma non dirò altro».
Forse non sapremo mai che cosa è accaduto davvero, ma di certo questo 2014, finora, è stato al di sotto delle aspettative per l’attuale numero uno del mondo. La pantera di Compton si è aggiudicata tre titoli (Brisbane, Miami e Roma), ma ha avuto un rendimento assai deficitario nei Major, dove non ha mai raggiunto i quarti di finale: ottavi agli Australian Open, battuta da Ana Ivanovic; secondo turno al Roland Garros, travolta (62 62!) da Garbine Muguruza; terzo turno a Wimbledon, sconfitta in rimonta da Alize Cornet. Quest’ultima l’aveva già superata a Dubai, ma l’eliminazione più inattesa è arrivata a Charleston, per mano della slovacca Jana Cepelova. La Road to Singapore, equivalente della Race maschile, la colloca appena al sesto posto, preceduta da Sharapova, Halep, Li, Bouchard e Kvitova, e appena davanti ad Aga Radwanska.
Per difendere il suo primato nel ranking, dunque, la Williams dovrà cambiare marcia rispetto alla prima parte abbondante di stagione. L’anno scorso, dopo la trasferta sull’erba britannica, si impose a Bastad (dove stavolta ha dato forfait), si ripeté a Toronto, cedette solo al tie-break decisivo la finale di Cincinnati con la Azarenka e trionfò agli US Open, concludendo il 2013 con altri due centri prestigiosi a Pechino e al Masters di Istanbul. Ripetere una tale impressionante serie di vittorie sarà difficile, ma per Serena al primo posto c’è senza dubbio Flushing Meadows. Conquistare il sesto titolo nel Major di casa (dopo quelli colti nel 1999, 2002, 2008 e 2012-13) darebbe comunque una luce diversa alla sua annata e le consentirebbe di raggiungere a quota diciotto Slam due autentiche icone del tennis in rosa come Chris Evert e Martina Navratilova.
Agli US Open sarà lei la favorita? Sì, come peraltro in ogni torneo cui si affaccia, visto lo strapotere fisico che evidenzia nei suoi giorni migliori. Occorrerà verificare se le due settimane newyorkesi coincideranno con un picco di forma tecnica, atletica e mentale: ciò che non è accaduto negli altri Slam del 2014. Mouratoglou e la Williams lo sanno alla perfezione, e per questo sarà fondamentale che la loro collaborazione riprenda quota in perfetta armonia, proprio come ai bei tempi. Che poi, a ben guardare, non sono affatto lontani.
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