TENNIS – di FABRIZIO FIDECARO
Nel 2000 Guga Kuerten sconfisse al tie-break del quinto set Marat Safin nella finale dell’allora Masters Series di Amburgo. Nessuno poteva prevederlo, ma l’esito di quel match sarebbe risultato fondamentale per l’assegnazione del primato nel ranking Atp di fine anno…
Nessuno dei due protagonisti poteva esserne consapevole durante l’incontro, ma l’andamento della combattutissima finale del Masters Series di Amburgo sarebbe stato determinante per stabilire il numero uno del mondo di fine 2000. Nel momento in cui si affrontarono, però, Gustavo Kuerten e Marat Safin occupavano rispettivamente la settima e la 14esima posizione del ranking Atp e dunque, per quanto li riguardava, in palio non poteva che esservi “soltanto” il prestigioso trofeo tedesco.
Il sudamericano veniva dalla finale persa agli Internazionali d’Italia con Magnus Norman, ma si era preso una lesta rivincita nei confronti dello svedese già nei quarti dell’Hamburg Masters. Il russo aveva conquistato due titoli sulla terra spagnola, a Barcellona e Maiorca, ma a Roma si era arreso al secondo turno a Felix Mantilla. Guga e Marat si diedero battaglia per quasi quattro ore, entusiasmando i circa diecimila spettatori assiepati sugli spalti e dando una bella risposta comune a quanto dichiarato alla vigilia sul Welt am Sonntag da un Boris Becker fresco di ritiro ma sempre in vena di polemiche: «Con tutto il rispetto per i finalisti, le superstar del tennis non sono rappresentate in questo match».
Il brasiliano ebbe più di una chance per accorciare l’incontro: conquistò infatti il primo e il terzo set, e sia nel secondo sia nel quarto si guadagnò un break di vantaggio. Marat, però, fu bravo a recuperare, e la soluzione della contesa fu affidata al tie-break del quinto, in cui stavolta Kuerten allungò inesorabilmente, concedendo solo tre punti all’avversario.
«Entrambi abbiamo giocato in modo incredibile», dichiarò il vincitore, in un clima di grande fair-play. Nella conferenza stampa post-match i due non si lesinarono complimenti a vicenda, offrendosi l’un l’altro un bicchiere di birra per rifocillarsi dalle fatiche sul campo.
Nel prosieguo della stagione Kuerten vinse anche il Roland Garros (battendo ancora Norman), mentre Safin conquistò il suo primo Slam agli US Open, travolgendo nel match clou niente meno che Pete Sampras. Il russo si affacciò all’ultimo torneo dell’anno, la Masters Cup di Lisbona, in vetta alla classifica: per avere la garanzia di chiudere il 2000 da numero uno, gli sarebbe bastato raggiungere la finale. Cedette però in semi ad Andre Agassi, che, il giorno dopo, incassò un triplice 64 proprio da Kuerten. Il quale, così, per appena 75 punti (4195 a 4120), strappò al moscovita il trono giusto sul filo di lana. Anche se, osservando la scena da una diversa angolazione, in sostanza tutto si era già deciso in quel match primaverile sul rosso…
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