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Gran Premio di Wimbledon: griglia di partenza

TENNIS – di Enzo Cherici

Ci siamo. Ancora poche ore e Andy Murray, campione in carica, darà il via alla 128esima edizione del torneo più importante del mondo. È quello di quest’anno un Wimbledon in qualche modo privo di tensione, anche se le attese sono comunque molte.

Mi spiego. Intanto è un torneo che tutti i Fab Four hanno già vinto. Fino alla scorso anno c’era l’eterna attesa d’una nazione che aspetta il suo Messia da tempi ormai sbiaditi nella memoria. La vittoria di Murray ha cancellato questo pathos (almeno per i prossimi 75 anni).
Djokovic ha il tabù Roland Garros, ma qui al contrario ha già trionfato nel suo magico 2011. Nadal, nonostante le incertezze degli ultimi anni, ha giocato sui prati londinesi ben 5 finali, di cui 2 vinte. Federer, beh, Federer semplicemente “è” Wimbledon. Punto.
Eppure, come dicevamo, le incognite sono comunque tante e ora, dopo il sorteggio di venerdì, possiamo provare ad analizzarle insieme, stilando la griglia di partenza del Gran Premio di Wimbledon.

Prima fila: Nadal e Murray

Si, in Pole Position mettiamo proprio lui, il numero uno del mondo, fresco campione (per la nona volta, fresco a chi?) del Roland Garros. Anche se per i bookmakers è soltanto il terzo favorito dietro Djokovic e Murray, per noi sarà lui l’uomo da battere. Vero, ad Halle ha perso male da Dustin Brown e negli ultimi anni ha Wimbledon ha solo collezionato delusioni. Ma quest’anno qualcosa ci dice che andrà diversamente. Il tabellone è duro, parecchio. I primi turni soprattutto, con l’erba ancora bella intatta rappresenteranno per lui un ostacolo non da poco. Però crediamo che sia tanto, tanto più forte di Klizan e che, eventualmente, non chieda di meglio che affrontare Rosol al secondo turno per assaporare una vendetta che aspetta ormai da due anni. Karlovic sui prati è un cliente sempre insidioso, ma 3/5 nulla potrà contro Rafa. Si arriverebbe così alla seconda settimana e qui inizierebbero i guai per tutti gli altri. Perché se Rafa non cade prima, poi i campi si fanno più lenti e spelacchiati, lui potrà tornare ad arrotare il suo toppone e sentire l’odore del sangue. In definitiva, è un pronostico rischioso, perché o esce subito, oppure arriva alla fine. Noi propendiamo per la seconda ipotesi. Ai posteri l’ardua sentenza.

Annata strana quella di Murray. Non vince un torneo dallo scorso Wimbledon, quando spezzò la maledizione quasi secolare che sembrava aver colpito i sudditi si Sua Maestà. Poi l’infortunio alla schiena, con operazione. Qualche buon match, poca continuità. Ora la bizzarra scelta di Amelie Mauresmo come coach. A Roma e Parigi ha giocato bene, ma in Francia ha perso molto male da Nadal. Ok, sulla terra non può mai vincere contro Rafa, ma a Roma aveva fatto match pari, cedendo solo al fotofinish. Wimbledon allora arriva forse al momento giusto. Le premesse non sono eccezionali, vista la brutta sconfitta del Queen’s contro Stepanek, ma questo potrebbe essere il suo torneo del rilancio. Il tabellone è ottimo, neanche mamma Judy avrebbe saputo far di meglio. Il primo ostacolo serio nei quarti con Ferrer o, più probabilmente, Dimitrov. Il match col giovanotto bulgaro sarà impegnativo, ma dovesse passarlo lo vediamo favorito in semifinale con Djokovic. Il guaio è che poi si troverebbe Rafa (o Federer) e la cosa si farebbe molto più complicata.

Seconda fila: Federer-Djokovic

Più Federer che Djokovic, si. Secondo noi Roger ha avuto in sorte un ottimo tabellone. Un esordio molto soft con il nostro Lorenzi, poi un secondo turno più complicato con Benneteau o Müller, e Mahut o Grannollers per finire la prima settimana. Insomma, niente di trascendentale, a patto che si presenti in condizioni decenti (traduzione: 75% della forma). Anche la seconda settimana niente di che fino ai quarti compresi. Probabilmente Janowicz in ottavi (ma il polacco non ha brillato in questo 2013), poi il tabellone prevederebbe Wawrinka. Ma Stan ha passato l’ultima settimana sotto le coperte per una brutta influenza, quindi molto probabilmente gli toccherà l’uomo-record di Wimbledon, Isner. Nell’eventuale semi gli toccherebbe Nadal, ma per lui meglio incontrarlo in semi che in finale Rafa, quindi alla fine gli può anche andar bene così. Viene dalla vittoria di Halle, dove non ha invero convinto fino in fondo. Ma l’erba di Wimbledon è casa sua, e su quei prati nessuno potrà permettersi di prenderlo sotto gamba. Se c’è ancora uno Slam dove può recitare una parte importante è proprio questo. Gli avversari lo sanno. Lui anche.

Per i bookmakers Djokovic è il primo favorito, addirittura a 2,75. Per fare un raffronto, Murray è dato a 5, Nadal a 6 e Federer a 7. Noi ci permettiamo di non essere d’accordo. Nole si trova in una situazione simile a quella del 2012, quando affrontò il torneo dopo la delusione della finale persa a Parigi, e ne uscì con le ossa rotte da Federer in semifinale. Poi quest’anno ci si è messa anche la malasorte, che gli ha riservato un tabellone per niente facile. Golubev, Stepanek, Simon o Haase, addirittura Tsonga in ottavi, Berdych (che qui lo ha già battuto) nei quarti. Prima dell’eventuale show-down con Murray in semi e la finale con chi capiterà. Insomma, un percorso che sarebbe già arduo per il RoboNole 2011, diventa praticamente un Everest per il SimplyNole attuale.

Terza fila: Dimitrov-Raonic

Premesso che i nomi che possono uscire vincitori si esauriscono, secondo noi, con le prime due file, forse gli unici che potrebbero creare se non LA sorpresa, ma qualche sorpresa sono Dimitrov e Raonic. Il bulgaro è reduce dal successo del Queen’s (il quarto dell’anno), ma toppa sempre all’appuntamento con gli Slam. L’erba potrebbe essere sua alleata. In più, ha avuto un tabellone davvero niente male. Ferrer in ottavi non è l’abbinamento peggiore, poi si ritroverebbe Murray nei quarti. Partirebbe sfavorito, non ci piove, ma con lo scozzese ha già vinto quest’anno è la cosa potrebbe giocare un ruolo importante nella sua testolina. In semi poi Rafa (chiusissimo) o Federer per un ipotetico passaggio di consegne, modello Federer-Sampras 2001. Vabbè, abbiamo corso troppo, ma teniamolo d’occhio. Prima o poi si sbloccherà.

La cura Ljubicic-Piatti sta facendo benissimo a Raonic. Non crediamo sia gia pronto per vincere uno Slam, ma siamo certi che entro un paio d’anni andrà a dama. L’erba per lui a pro e contro. Il pro è sotto gli occhi di tutti e si chiama servizio. Il contro è la sua ancora ridotta mobilità. Che è in continuo miglioramento, ma che forse non è ancora a livello tale da potergli far alzare già da ora il trofeo di Church Road. Si ritrova nel quarto di Nadal, ma prima di arrivare a incrociare la racchetta col toro di Manacor dovrà fare attenzione a clienti insidiosissimi sui prati, come Kohlshreibere Nishikori. Saranno già un test di maturità, che c
i dirà tante cose sui progressi di Milos. Seguiamolo con attenzione.

La griglia finisce qui. Come detto, non crediamo ci siano altri possibili vincitori. Non Wawrinka, per le sue precarie condizioni di salute. Non la sorpresa di Parigi, Gulbis, per le sue aperture eccessive e perché è Gulbis. Non Isner, che fatica troppo in risposta nonostante il gran servizio. Non Berdych, che difficilmente potrà battere uno dopo altro (già uno sarebbe complicato) Djokovic e Murray.

Ma tutto questo, alla fine, non è importante. Sta iniziando l’appuntamento più importante, bello e colorato dell’anno. Godiamocelo e che vinca il migliore.

 

 

Redazione

La redazione di Ok Tennis è formata da rappresentanti di tutte le minoranze tennistiche esistenti al mondo. Inoltre, è conforme alla Déclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen emanata il 26 agosto 1789.

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