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Roland Garros, la finale: Nadal contro Djokovic, nessuna novità?

 

TENNIS – ROLAND GARROS – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Capitolo numero 42 di una finale che si aspettavano tutti, ma era davvero quella più auspicabile? Riuscirà Djokovic ad espugnare finalmente Parigi e a prendersi l’ultimo Slam che gli manca? O sarà Nadal a raggiungere Pete Sampras a 14 Slam? L’analisi e le previsioni di un match che si preannuncia equilibratissimo.

 

 

Il Challenge Round prevedeva che i partecipanti disputassero il torneo fino a decidere il tennista che era ammesso a sfidare per il titolo il detentore che per parte sua disputava quindi solo la finale. Il tennis moderno, in continua evoluzione, potrebbe in realtà sperimentare un’altra soluzione. Quella dei due finalisti sicuri.

“La finale che tutti si aspettavano”. Vero. “La finale che tutti volevano”. Se ne può discutere.

E’ la quarantaduesima sfida tra Novak Djokovic e Rafael Nadal. Sono tante, più di tutte. C’è chi dice addirittura troppe. Forse, e qui si discute sul “che tutti volevano”. Ormai ansiosi di nuove facce, di nuovi protagonisti all’orizzonte come avviene qua e là nella WTA, si fatica a immaginare novità interessanti nella sfida tra i due. La domanda più intrigante, sebbene ripetuta è: riuscirà il serbo ad essere il secondo giocatore di sempre a battere Rafa a Parigi e il primo a farlo in finale? Ai posteri l’ardua sentenza. Non dobbiamo poi aspettare tanto.

LA PARTITA TATTICA


Due giocatori a specchio, due stili non identici ma comunque accomunabili: è questo che rende poco interessante forse le loro sfide, se naturalmente si esula dal piano agonistico, nel quale i due al momento non hanno pari. Due giocatori che amano stare a fondo e aprirsi il campo attraverso angoli acuti. Gioco orizzontale. Rafa è mancino, ma quella diagonale è ben difesa da Djokovic e il suo miglior colpo; tuttavia, sulla terra, se il serbo vuole scardinare le armi del maiorchino è meglio optare per un colpo verticale. Il rovescio lungolinea deve funzionare bene. Così come il servizio: se Nole dovesse andare in vantaggio e sfruttare le sue doti naturali in risposta, avrà bisogno di capitalizzare. E’ vero, si trova bene nella bagarre, ma sulla terra 3 su 5 contro Rafa è più che un’impresa. Dal canto suo Nadal ha i suoi grandi margini qui: non gioca bene come negli anni precedenti, il suo tennis è leggermente cambiato e non è detto che vinca tutti gli scambi lunghi, ma i suoi colpi sono più sicuri. Riesce ad aprire gli angoli come nessuno su questa superficie e se sarà aiutato da molte prime di servizio, mettergli pressione sarà davvero difficile. Tuttavia la risposta, che sulla terra fin qui ha ostentato, deve essere sempre profonda: lasciare l’iniziativa a Nole non è consigliabile. In definitiva il colpo chiave del match per Nadal potrebbe essere proprio il servizio.

 

COSA C’E’ IN PALIO


Tanta, troppa roba. Il nono (NONO) titolo a Parigi per Rafa, che diventerebbe il primo giocatore a vincere 5 volte di fila al Roland Garros; precedentemente si era fermato a 4, come Borg. Il Career Slam per Djokovic, che andrebbe ad aggiungersi agli altri otto giocatori ad aver vinto tutti i tornei dello Slam: l’ultimo è stato proprio Rafa a New York nel 2010. Prima di lui: Fred Perry, Donald Budge, Rod Laver, Roy Emerson, Andre Agassi e Roger Federer. Una illustrissima compagnia che Djokovic non disdegnerebbe. Sarebbe anche il quattordicesimo titolo Slam per Nadal, che eguaglierebbe così Pete Sampras. Inoltre, sarebbe il decimo anno di fila nel quale vincerebbe almeno un titolo dello Slam. Inoltre i due si giocano la prima posizione mondiale. Se vince Rafa rimane in vetta, in caso contrario Nole sarà di nuovo numero uno del mondo. 

 

PERCENTUALI E PREVISIONI, CORSI E RICORSI STORICI


Il livello mostrato in questa stagione sulla terra da Djokovic, che ha anche battuto Nadal a Roma, è superiore a quello di Rafa, che però è parso comunque in crescita, sebbene non perfettamente testato ancora a Bois de Boulogne. Il serbo ha tentato altre volte di dare l’assalto al regno di Nadal ma è stato respinto già due volte: due anni fa in una finale equilibrata nella quale Djokovic però non era al meglio e durante il torneo aveva rischiato di uscire contro Tsonga e faticato molto con Seppi. Lo scorso anno, in semifinale, un’invasione di campo dopo una facile volée alta gli costò la partita e probabilmente il titolo. Ma si è gradualmente avvicinato: ricorda un po’ i tentativi di Nadal di espugnare Wimbledon a discapito di Federer: 2006, 2007, il 2008 fu poi l’anno buono dopo una finale epica vinta nell’oscurità dell’All England Club. I favori sono leggermente per Djokovic ma per vincere il serbo dovrà fare una partita senza pause da campione vero: a ogni piccolo passo falso Nadal sarà pronto a mordere. Nole e poi il trofeo. Ancora.

 

Rossana Capobianco

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Rossana Capobianco

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