TENNIS – ROLAND GARROS – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Djokovic doma e poi si distrae contro un buon Gulbis, battuto 63 63 36 63 in una partita che lo ha visto calare fisicamente per via del caldo. Domenica giocherà la sua seconda finale a Parigi: per vincere l’ultimo torneo che gli manca, però, non dovrà mostrare emotività.
Ci sono due Novak Djokovic. Il giocatore intelligente e freddo, lucido, quasi robotico che lascia sbigottiti per il modo in cui disinnesca le armi avversarie e in particolare quelle di Gulbis oggi, giocando punti e colpi intelligenti; e poi c’è l’essere umano, sicuramente più “tifabile” e più comprensibile per noi che non competiamo a quel livello e non abbiamo bisogno di essere campioni e professionisti. Quest’ultimo oggi ha fatto capolino sullo Chatrier per una mezz’oretta abbondante: il trofeo si avvicina, è lì pronto a farsi prendere e lui lo sente. Lo sente troppo.
A dir la verità lo sente anche a inizio match, nel quale entra contratto, sbaglia troppo ma mette qualche toppa qua e là. Gulbis sembra il solito Gulbis, potente, determinato ma con le sue inestirpabili pecche. Una su tutte, chiarissima: il dritto. Ci mette troppo ad aprirlo e quella volpe di Nole lo intende subito. Nei punti importanti del match, praticamente su tutti, gli serve ad uscire veloce sul colpo meno forte del lettone che puntualmente manca il timing e sbaglia la risposta. Ossigeno puro.
Fondamentalmente la differenza in partita la fa questo: l’intelligenza tattica di Djokovic non ha pari sul circuito e per quanto sia pericoloso Gulbis che rimane a galla con la propria battuta -sebbene non eccelsa oggi, piuttosto altalenante- i punti importanti li vince tutti il serbo.
E poi, e poi… poi arriva quel pensiero: posso vincere il Roland Garros. Probabilmente avrò Rafa davanti, certo. Ma lo scorso anno ero ad una volée alta da una finale da favorito e Nadal quest’anno non gioca allo stesso modo, fin qui. In ogni caso, è un’altra occasione. La prenderò? Ce la farò? Tra tutte queste domande arriva pure un sole più cocente che da sempre Nole tollera poco. Si distrae e cala fisicamente in maniera più che visibile. Gulbis, che accusa qualche acciacco da fatica, ne approfitta, ma non si ha mai l’impressione che il lettone possa davvero ribaltare la partita.
Torna il robot, tornano i parziali mortiferi: quello sul finire del quarto set è decisivo per il serbo che lotta contro la sua emotività e la fatica in un Roland Garros che fin qui, comunque, lo ha visto superare abbastanza agevolmente i suoi avversari.
Il Roland Garros è un’ossessione per Novak? Lo scopriremo domenica, così come scopriremo quale dei due Djokovic prevarrà. Entrambi non possono vincere il torneo. Nole lo sa.
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