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Dustin Brown, il folletto che danza sull’erba

TENNIS – HALLE. Di Salvatore de Simone – “No amanti dell’erba, No cry”. Questo potrebbe essere il motto di Dustin Brown, che ha appena battuto, o meglio, umiliato Nadal al torneo Atp di Halle, tradizionale appuntamento sull’erba in vista di Wimbledon.

Da molti anni a questa parte gli spettatori che amano un tennis diverso dal gioco di difesa e fondocampo attualmente dominante sono rimasti spesso amareggiati perché costretti a sorbirsi anche sui manti erbivori partite identiche a quelle che si giocano sulla terra battuta. Ma i miracoli possono accadere anche nel tennis piuttosto monotono che impera in quest’epoca. Oggi il miracolo si è presentato con le sembianze di un tennista reggae che somiglia a Bob Marley. Dustin Brown, classe 1984, è un tennista unico, un giocatore sui generis e condivide con l’indimenticata star giamaicana il fatto di avere un padre proveniente dalla famosa isola. Ma la madre è tedesca e lo stesso Dustin ha la nazionalità germanica.

Dopo aver trascorso l’infanzia in Giamaica, Dustin ritorna con la famiglia in Europa per tentare di avere un futuro come tennista, ma i genitori non hanno le possibilità economiche per poter supportare i sogni del figlio; decidono di comprare un camper. Una cucina, un bagno, tre camerette e via sulla strada per gareggiare nei tornei Future; i risultati stentano però ad arrivare, anche perché Dustin è un’autodidatta senza coach. Nel 2009 la svolta; arriva alla finale di quattro Challenger, vincendone uno a Samarcanda. L’anno dopo acquista la nazionalità tedesca e la Federazione germanica comincia a dargli una mano con contributi economici e un’allenatore, l’americano Kim Wittenberg: “Ho imparato tutto da lui” ha più volte detto Dustin.

Il tedesco-giamaicano si è fatto notare dal grande pubblico degli appassionati l’anno passato a Wimbledon, arrivando al terzo turno dopo aver sconfitto Lleyton Hewitt. Non si fa fatica a capire come mai i migliori risultati nei tornei che contano li ottiene soprattutto sull’erba. Dustin Brown è un tennista di puro attacco, che rifiuta l’attendismo come la peste. Servizio devastante, gioca la seconda come la prima e questo è la causa dei suoi tanti doppi falli, segue praticamente sempre la battuta a rete, come ormai fanno in pochissimi ed è capace di fare la volée in qualsiasi modo, deliziando spesso con ricami impossibili da vedere con la maggior parte dei suoi colleghi. Da fondo tira mazzate per cercare subito il punto; siccome spesso è nullo col rovescio, molti punti li fa con diritti al fulmicotone. Se è in forma può essere davvero difficile da affrontare, dato che i tennisti odierni non sono abituati a uno stile così aggressivo.

Ne sa qualcosa Rafael Nadal, che oggi in nemmeno un’ora di partita è stato totalmente in balia del magico Brown. Il fuoriclasse di Maiorca è sembrato frastornato davanti alla furia giamaicana ed è stato incapace di mettere un freno al tennis stratosferico di Brown, il quale ha sciorinato un campionario di colpi strepitosi in quantità industriale che hanno letteralmente incantato gli spettatori: aces di prima e di seconda, demivolèe, pallonetti millimetrici, risposte spaventose e impossibili da recuperare anche per un campione difensivo come il maiorchino. Un tennis da altri tempi, divertentissimo, potente e vario.

Uno spettacolo impagabile regalato da un tennista fuori dall’ordinario, che magari non vincerà Wimbledon e nemmeno Halle, ma che sa come appassionare gli spettatori desiderosi di vedere qualcosa di diverso dal solito. “Quando avevamo il camper, a volte ho pensato di non farcela, ma subito mi dicevo che tutto era possibile”, ha dichiarato una volta Dustin. Si, anche battere il numero uno del mondo.

Salvatore De Simone

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