TENNIS – Dalla nostra inviata a Parigi Valentina Clemente
In un’atmosfera quasi surreale, il mondo del tennis francese si e’ stretto intorno à Jérôme Golmard, l’ex professionista transalpino colpito di recente dalla Sla.
In una conferenza stampa organizzata al Roland Garros, l’ex giocatore ha colto l’occasione per fare il punto sulla sua situazione e lanciare ufficialmente un’associazione che possa raccogliere fondi per malati meno fortunati rispetto a lui.
Chiamare fortuna la possibilità di rendere visibile una malattia sembra quasi una follia, ma la Sla in questi anni sta diventando sempre più una protagonista in negativo del mondo dello sport.
Se non ci sono legami diretti, pare, tra la malattia e la pratica fisica di alto livello [come qualcuno ha domandato nel corso dell’incontro] di certo permangono numerosi dubbi sull’origine della malattia, che mina prima il fisico e con il tempo inaridisce lo spirito.
La lotta primaria, in questo senso, combattuta da Jérôme è quella contro l’affievolirsi delle speranze: «Per me la cosa più importante è credere e dare una speranza anche agli altri. Non è facile andare in ospedale per i trattamenti e vedere cosa mi attende, ma non voglio arrendermi. Le mie giornate sono fatte di calma, un po’ di chitarra e tanta forza di volontà».
«Se non combattessi – ha proseguito Golmard – perderei questa battaglia in anticipo. So che devo crederci, fosse anche una sola la possibilità che mi resta: con il nuovo trattamento che ho iniziato lo scorso 12 maggio ho già raggiunto un obiettivo, quello di stabilizzare il mio peso».
E’ chiaro che Jérôme non vuole vendere favole, anzi sa che la sua è una battaglia quasi impossible, ma già il fatto di aver recuperato forza nelle ultimi 15 giorni, gli ha dato la possibilità di essere presente e di dare la sua testimonianza.
E’ difficile dire a priori se questa battaglia potrà avere effetti di sorta, ma già la mobilitazione avvenuta in questi mesi dev’essere presa come un fattore positivo. Da Llodra a Mahut, da Ascione a Pioline, alle vecchie glorie come Leconte e Bahrami, nessuno ha voluto mancare l’appuntamento.
E a chiudere in dolcezza ci ha pensato poi Virginie Razzano, la quale sa bene il significato della parola sofferenza (ha perso il compagno dopo una lunga malattia). La tennista francese ha preso la parola durante le domande finali dedicate alla stampa per sottolineare ancora una volta la vicinanza sua è di tutto il movimento francese, per una battaglia che non può essere combattuta in solitudine.
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