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Roland Garros: Dimitrov, simbolo di una generazione debole

TENNIS – ROLAND GARROS – Di ROSSANA CAPOBIANCO – Una sconfitta al primo turno per Grigor Dimitrov, diverse volte definito il più forte della sua generazione: se davvero fosse così, probabilmente il livello si è davvero abbassato molto. Debacle sulla terra contro Ivo Karlovic, generazione Federer, più volte accusata di essere scarsa.

Ebbene sì, ci risiamo. Siamo di nuovo a commentare una sconfitta che fa cadere le braccia: protagonista, naturalmente, uno della nuova generazione. Anzi, il protagonista principale della nuova generazione: Grigor Dimitrov, da anni atteso al varco come Godot. Dimitrov, va detto, ha fatto un salto chiaro a livello professionistico nell’ultimo anno. Fisicamente più pronto, certamente più giocatore. Forse, in realtà, la colpa di essere ancora nemmeno un top 10 e di queste sconfitte non è nemmeno sua.

Semplicemente, non è all’altezza delle nostre aspettative. Che sono certamente alte: veniamo da dieci anni e passa di giocatori fortissimi e di avversari comunque tosti. Quella generazione Federer di cui fa parte uno come Ivo Karlovic, non certo un fenomeno, è una generazione comunque superiore a questa. Così come lo è quella di Nadal e Djokovic. A livello professionistico ma probabilmente anche tennistico.

Dimitrov semplicemente non può perdere tre set a zero da Karlovic sulla terra. Per uno che aspira ad entrare nell’olimpo del tennis mondiale, semplicemente non esiste. Non possiamo più dare la colpa all’inesperienza: ormai il buon Grigor ne ha accumulata tanta. Forse l’unica colpa che ha è quella di avere scelto come ultimo allenatore qualcuno che non mira a potenziare i punti forti del bulgaro, sebbene sia chiaro che Dimitrov non abbia un vero colpo da KO. Ma neanche Hewitt l’aveva.

Quando arrivò Federer ad alzare troppo il livello, Lleyton smise di vincere Slam, è vero, ma non smise mai di rimanere lì in vetta, di vincere quel che poteva; come lui Safin (malgrado non fosse un mostro di continuità), Roddick e altri di quella generazione. Lo stesso Gasquet, giocatore di talento ma limitato da fisico e attitudine in campo, a quel livello è comunque arrivato.

Non ci resta che dedurre che la vera generazione debole sia questo: probabilmente quello più pronto e con picchi più alti è Kei Nishikori, che ha però limiti fisici strutturali evidenti. Tomic diviso tra padre violento e bella vita, Harrison vittima di un’involuzione spaventosa, Raonic sicuramente il più futuribile grazie anche ai colpi di inizio gioco mortiferi e ad un team serio e preparato. Ma comunque mai ai livelli ai quali siamo abituati.

Ci auguriamo di sbagliarci, ma probabilmente i tennisti come Dimitrov inizieranno a vincere quando nessuno di quelli precedenti o quasi ci saranno più. Perfino i Karlovic.

 

 

Rossana Capobianco

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