di Andrea Scodeggio – TENNIS. L’Italia ed i quarti di finale! Una storia di amori tormentati, con cocenti delusioni e poche vittorie esaltanti. Si spera possa rientrare nella seconda categoria la sfida di Italia e Inghilterra, in programma da domani. Fognini, Seppi, Bolelli e Lorenzi, incroceranno le proprie racchette con quelle di Murray, Evans, Fleming e Ward, per i quarti di finale di Coppa Davis. La località scelta dalla Federazione Italiana è stata Napoli, ambiente caloroso e che saprà dare tutto il sostegno necessario ai nostri per centrare la storica impresa. I precedenti parlano di 11 vittorie italiane, a fronte delle sole 4 britanniche, ma la sfida, questa volta, sarà incerta fino alla fine, anche perché l’Italia non ha buona confidenza con i quarti di finale.
Da quando è stata istituita la formula del World Group, ovvero nel 1981, l’Italia ha raggiunto i quarti di finale in dodici occasioni, ma soltanto in tre di esse la nostra formazione ha trionfato e tutte a cavallo della metà degli anni ’90. Dopo i fasti degli anni ’70, culminati con la vittoria in Cile nel ’76 della Coppa, l’Italia si trovò in un momento di transizione e con l’istituzione del World Group, i primi incroci furono subito delusioni cocenti.
L’Italia venne eliminata ai quarti di finale per otto volte consecutivamente. In ordine, sconfitta da: Nuova Zelanda 1982 (3-2), Argentina 1983 (5-0), Australia 1984 (5-0), Svezia 1986 (5-0), Jugoslavia 1988 (4-1), Austria 1990 (5-0), Australia 1993 (3-2), Stati Uniti 1995 (5-0). Ancora più sconfortante se si pensa che solo gli Stati Uniti vinsero poi il trofeo, mentre le altre si fermarono prima e quasi tutte in semifinale.
La fobia dei quarti di finale trovò però respiro finalmente con la metà degli anni ’90 e l’arrivo delle prime vittorie che riportano la nostra formazione ai fasti del passato. Nel 1996 la prima gioia per il capitano Panatta ed i suoi ragazzi: il Sudafrica venne sconfitto per 4-1, ma la Francia di Boetsch e Pioline interromperà la nostra corsa in semifinale ed andrà poi a vincere il titolo contro la Svezia. Stessa sorte toccò nel 1997, con la vittoria dell’Italia sulla Spagna, dove spiccò l’impresa di Omar Camporese nel sconfiggere Moya, recuperando da due set di svantaggio. In semifinale però, la Svezia di Bjorkman e Larsson spense le nostre speranze di un ritorno in finale.
Il 1998 è da tutti considerato uno dei più inaspettati acuti del tennis italiano. Per molti l’ultimo vero acuto, perché nessuno si sarebbe mai aspettato che Gaudenzi, Nargiso ed un giovane Sanguinetti potessero centrare l’impresa di raggiungere una finale di Coppa a cui nessuno credeva. Ai quarti l’Italia ha gioco facile con lo Zimbawe con un netto 5-0, ma la vera impresa arrivò in semifinale contro gli Stati Uniti, sul cemento americano. La vittoria per 4-1 a Milwaukee è da tutti ricordata come una delle grandi imprese italiane del nostro tennis, nonostante gli Stati Uniti schierassero non i nomi altisonanti come Agassi o Sampras, ma i soli Todd Martin e Jan-Michael Gambill. La finale a Milano non fu però trionfante ed il sogno di un’altra impresa si spense già al primo giorno e sempre contro la Svezia. Fatale fu il ritiro di Gaudenzi contro Magnus Normann al 5° set sul 6-6 e dopo oltre 4 ore di partita. Quel forfait portò i nostri alla disfatta e da lì il declino del nostro tennis, prima del 2012.
Dopo il ’98, ci fu infatti il crollo dei risultati della nostra nazionale, culminati con la retrocessione avvenuta nel 2001: sconfitta dalla Croazia negli spareggi e prima volta che l’Italia resta fuori dalla competizione da quando è stata istituita la formula del World Group. Nel 2004 l’Italia fece ancora peggio con un’altra retrocessione, nel secondo gruppo della Coppa Davis dove ci rimase soltanto un anno.
Dopo tanti anni tra purgatorio ed inferno, l’Italia tornò nel World Group nel 2012 e da qui la storia è recente. Lo scorso anno Fognini e Co raggiunsero i quarti, ma il Canada di Raonic e Pospisil ci costrinsero ancora una volta ad ingoiare un rospo amaro, specie per la tremenda sconfitta in doppio per 15-13 al quinto set.
Ora l’ennesimo quarto di finale, l’ennesima prova per i nostri colori, l’ennesimo avversario ostico ma non impossibile da battere. Servirà un’impresa, come quelle della metà degli anni ’90 per coltivare il sogno di una semifinale che manca oramai dall’indimenticabile Milwaukee del ‘98. Napoli e l’Italia intera credono ancora che sia possibile.
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