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Challenge Round. Bryan Bros a caccia di nuovi record

TENNIS – di FABRIZIO FIDECARO

Bob e Mike Bryan stanno per compiere trentasei anni, ma continuano a dominare il doppio quasi incontrastati. Con il successo di Monte-Carlo Mike è arrivato a quota cento titoli nella specialità, adesso l’obiettivo è raggiungere la terza cifra come team.

I gemelli Bob e Mike Bryan compiranno trentasei anni fra pochi giorni (il 29 aprile), ma non sembrano avere alcuna intenzione di mollare la presa. Anzi, continuano a ritoccare record su record, dall’alto di una superiorità a tratti quasi imbarazzante. Con il trionfo di Monte-Carlo, Mike è divenuto il primo tennista nella storia dell’Atp a toccare quota cento titoli vinti in carriera nella specialità (in singolare Jimmy Connors è arrivato a 109). Novantotto – di cui quindici Slam – li ha ottenuti con il fratello e a essi assomma due centri risalenti al 2002, Nottingham con Mark Knowles e Long Island con Mahesh Bhupathi. È prevedibile che, di qui a poco, anche il team raggiunga la cifra tonda, e ovviamente si tratterebbe di un’altra prima assoluta.

Si possono imbastire tanti discorsi sulla decadenza del doppio, sul fatto che una volta le finali dei grandi tornei vedessero in campo gli stessi protagonisti delle semifinali del singolare e quant’altro. Tutto – più o meno – vero e condivisibile, ma resta il fatto che i Bryan seguitano a fare man bassa di trofei dal principio del nuovo millennio, e in ogni caso, che siano davvero i più forti o che abbiano semplicemente approfittato di una situazione favorevole, il loro è un percorso che non sarebbe corretto ignorare.

Per il mancino Bob e il destrorso Mike, poi, non era semplice affacciarsi alla nuova stagione con le motivazioni intatte. L’anno scorso si erano imposti in undici tornei, fra cui i primi tre Major, ma avevano mancato la storica realizzazione dello Slam uscendo in semifinale proprio nei “loro” US Open dinanzi a Leander Paes e Radek Stepanek. Poi era sfuggito loro anche il Masters, al termine di un combattuto match clou con gli spagnoli Marrero e Verdasco.

Insomma, ormai più vicini ai quaranta che ai trenta, i due statunitensi potevano avere la tentazione di rilassarsi un po’. In effetti, le uscite iniziali del 2014 non sono state in linea con le loro potenzialità: non hanno vinto nemmeno uno dei primi tre eventi cui hanno preso parte, cedendo nei quarti di Sydney a Rosol/Sousa e poi per due volte a Butorac/Klaasen, negli ottavi degli Australian Open e nella finale di Memphis.

Poi, però, gli automatismi si sono rigenerati, la molla è tornata a scattare, e sono arrivati ben cinque titoli consecutivi, fra cui tre Master 1000: Delray Beach, Indian Wells, Miami, Houston e, appunto, Monte-Carlo. I fratelloni della racchetta – da non confondersi con quelli del remo, gli Abbagnale giustamente celebrati neglli anni da Bisteccone Galeazzi – hanno ripreso fiducia, e i risultati si sono visti all’istante. E ora via, verso quota cento assieme, un traguardo da tagliare al più presto.

«Per me essere il primo giocatore capace di vincere cento titoli è un grande traguardo», ha dichiarato Mike nel Principato, «ma mi sentirò ancora meglio quando ci riusciremo come team. Abbiamo sempre guardato alla nostra carriera per i titoli di squadra, quelli vinti in coppia. Riuscirci insieme è il grande obiettivo di quest’anno». Un obiettivo che per gli eterni Bryan Bros sembra davvero a portata di mano.

 

Fabrizio Fidecaro

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